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10 minuti di applausi per Virzì, attrici commosse

10 minuti di applausi per Virzì, attrici commosse

'Merci Quinzaine', le attrici commosse

15 maggio 2016, 11:52

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Applausi per Virzì a Cannes - RIPRODUZIONE RISERVATA

Applausi per Virzì a Cannes - RIPRODUZIONE RISERVATA
Applausi per Virzì a Cannes - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Merci Quinzaine": è stato il commento emozionato di Paolo Virzì poco fa, al termine della proiezione pubblica del suo film La pazza gioia, accolto con dieci minuti di applausi. Pubblico coinvolto e anche sul viso delle attrici, Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni tedeschi, è scesa qualche lacrima.

Emozione e applausi, successo per Virzì - Tanti applausi anche a scena aperta durante il film e commozione al finale, ottime recensioni e grande interesse per le vendite internazionali al Marché: fa centro al debutto al festival di Cannes Paolo Virzì con La Pazza Gioia, Like Crazy per l'estero, oggi alla Quinzaine des Realizateurs, secondo italiano dopo Bellocchio e prima di Giovannesi. "Personaggi e dialoghi sono la chiave del film - ha scritto con entusiasmo Variety dopo la prima proiezione stampa - che riesce a trovare equilibrio tra humour e realismo, risultando una delle poche recenti commedie italiane con serie possibilit° di successo internazionale". Per Le Monde, "è un gran bazar di vita e di cinema". Le due matte struggenti di Virzì sono Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi), contessa sopra le righe, e la depressa e anoressica Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti), un dolore terribile soffocato dentro. La loro rocambolesca fuga alla Thelma e Louise per scappare dalla casa famiglia per donne con disturbi mentali diventa il tempo per costruire un'amicizia, una confidenza, una relazione affettiva che una volta finito il giro folle per la campagna toscana sarà l'unica terapia per guarire. (Apparente) distacco livornese a parte, Virzì ha vissuto la giornata di Cannes con generosa disponibilità, "del resto Cannes è quella roba che calamita l'ego di ogni regista. E poi questa è la sezione più innovativa e meno pomposa del Festival", insomma per debuttare la Quinzaine va bene, al prossimo film si vedrà se Thierry Freamaux lo ammetterà nel cerchio magico del concorso accanto ai Dolan, Dardenne, Loach e ai 'soliti' habitué.

Per un effetto chissa' se voluto a tirare le fila al festival e' Valeria Bruni Tedeschi, prima marchesa isterica nel burlesque di Bruno Dumont Ma Loute, poi mitomane prolissa istrionica contessa malata mentale della Pazza Gioia. Due parti simili, "ma con Paolo e' stato davvero liberatorio dare sfogo alla mia indole. Sulla sceneggiatura il personaggio era complesso e chiaro al tempo stesso: ho lavorato sul mio superIo pregandolo di andare un po' in vacanza e lasciarmi in pace, cosi' piu' che costruire il personaggio l'ho de-costruito". Del resto La Pazza Gioia non ha avuto un casting: Virzi' ha scritto la storia su misura per le sue protagoniste, cucendo addosso i ruoli a Valeria Bruni Tedeschi e alla moglie Micaela Ramazzotti, che si dividono equamente la scena. "Io Beatrice la capisco, sono affine ai matti pur non avendo fatto il salto per essere proprio come loro, la differenza e' che mi controllo, mi aiuto con l'ipocrisia, ma dentro sono identica, ossia disperata. Del resto - ammette la Bruni Tedeschi che di Virzi' era stata anche tra le protagoniste del Capitale Umano - faccio psicoterapia da sempre, non ne potrei fare a meno, gia' andare li', aspettare in sala d'attesa mi fa bene, la considero la mia seconda casa". Opposta a Beatrice e' Donatella, infelice quanto l'altra ma depressa, dolente, disperata per una vita senza amore, incapace di gestire la maternita'. A casa la Ramazzotti ha lasciato i figli Jacopo e Anna e si gode il successo personale che sta avendo per l'interpretazione. "Per Donatella sono partita dall'apparenza, tatuaggi, cicatrici, capelli sempre davanti come per proteggersi poi piano piano, senza mai dimenticarne sofferenza e umanita', ho dato vita a questa donna meschina, umiliata, la cui mancanza di amore e' diventata la fame di amore, talmente forte da sentirsi colpevole per la madre che non ha saputo essere. E io per prima le ho voluto bene".

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