Il campionato mondiale femminile di calcio, con il suo buon successo di pubblico che sta seguendo le partite, ha riportato al centro del dibattito il tema del gender gap.
La disparità di trattamento tra uomo e donna, specie in campo lavorativo, è un tema spesso al centro anche del dibattito politico.
Passi in avanti sono stati fatti nel 2011 con la legge Golfo-Mosca sull'accesso a ruoli apicali per le donne in società quotate. Il testo prevedeva l'obbligo di almeno un terzo di donne nei componenti dei board delle società quotate.
Quella legge, però, era stata concepita con un arco temporale ristretto, tre mandati, dopo i quali si riteneva che, con una evoluzione anche dal punto di vista culturale, i paletti previsti allora non sarebbero stati più necessari. Nonostante gli effetti positivi della normativa, esistono, però, in Parlamento diverse proposte di legge per perfezionare o, quantomeno, stabilizzarne l'efficacia.
A che punto sono?
In commissione Finanze al Senato sono in discussione due proposte di legge sull'argomento: una a firma della leghista Cinzia Bonfisco e una a prima firma dell'azzurra Donatella Conzatti ma sottoscritta in maniera bipartisan da diversi senatori e senatrici di verie forze politiche.
Nel caso della proposta di legge Bonfrisco si fa slittare il limite della legge Golfo-Mosca a sei mandati dai tre previsti.
La proposta di legge a prima firma Conzatti prevede, oltre al prolungamento della normativa a sei mandati anche l'obbligo di un terzo di componenti del sesso meno rappresentato nei cda di nuove società. E le conseguenti sanzioni che vanno da multe salate (fino a 200mila euro) alla decadenza dei componenti.
Le due proposte di legge sono in discussione congiuntamente dopo che sono state incardinate in commissione nel marzo scorso. A maggio si è stabilito di tenere sui provvedimenti un ciclo di audizioni per approfondire il tema. L'ultima audizione si è tenuta il 20 marzo scorso. Il testo al momento non è previsto nel calendario d'Aula.
Dall'entrata in vigore della legge, nel 2011, la percentuale delle donne nei cda è passata dal 6 al 33%, i testi in discussione puntano a consolidare o, quantomeno, a non disperdere questo 'piccolo' successo.
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