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8 marzo: da Pandora a Malala, storie femminili di curiosità punite e libertà negate

La misoginia, dalla letteratura all'attualità, e la paura per la donna colta

Enrica Di Battista

   La bella Psiche punita e condannata a infinite peripezie per aver voluto vedere sotto la luce di una lampada il volto dell'amante, fino ad allora rimasto nell'oscurità. La visione della curiosità femminile come causa di tutti i mali ha origini lontane, nella mitologia classica: Pandora, ad esempio, aprendo il vaso donatole dagli dei ne ha fatto uscire tutte le piaghe che affliggono la Terra. E poi c'è, nella tradizione giudaico-cristiana, Eva che tenta Adamo offrendo la mela, frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Ma un chiaro timore nei confronti della donna pensante e colta è diffuso anche tra scrittori, filosofi e intellettuali dei secoli scorsi, da Molière, che si burla delle donne "pedanti", a Rousseau che teme la donna "saccente" come un pericoloso "flagello".

 L'ostilità verso l'alfabetizzazione e l'istruzione delle donne per destinarle esclusivamente al matrimonio e meglio dominarle, negare loro indipendenza e libertà, tipica ancor oggi di molti regimi e culture, ha origine lontane nel tempo ma anche radici nella nostra cultura occidentale. Il tema è affrontato nel saggio "Libere di sapere" (Edizioni di Storia e Letteratura) di Alessia Lirosi, una ricercatrice di Storia moderna dell'Università La Sapienza, vincitore della 17/ma edizione del premio dell'Associazione femminile internazionale Soroptimist sul tema 'Storia e cultura di genere'.

 

   L'excursus cronologico dello studio, dal Cinquecento al mondo contemporaneo, offre molte curiosità su personaggi celebri e sulla paura diffusa nella società del tempo, anche in Europa, che è alla base del pregiudizio sull'istruzione femminile e verso la donna colta.  

   Goldoni, nella commedia "La donna di garbo" scrive: 

 
"La donna ha l'intelletto sopraffino
ma l'uomo accorto non la fa studiare
Se la donna studiasse, l'uom meschino
con la conocchia si vedria filare
E se la donna il suo intelletto adopra
l'uomo starà di sotto, ella di sopra".

   E chi l'avrebbe detto poi che perfino un filosofo come Rousseau, autore del saggio L'Emilio o dell'educazione, scrive che avere accanto una donna quasi ignorante è meglio e che la donna saccente è un "flagello"?

   Nel 1948 la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo arriva finalmente ad affermare, tra le altre cose, il diritto all'istruzione di tutti e il principio di non discriminazione. Ma nel contesto internazionale la dichiarazione è rimasta spesso tale, non avendo potere vincolante verso gli Stati.



   Lo studio della ricercatrice arriva quindi fino ai giorni nostri: sono ancora molti i regimi e le culture in cui viene impedito alle bambine di frequentare gli studi, negando quindi la possibilità di un futuro libero e indipendente. E' del 2012 l'attentato dei talebani nei confronti della giovane pachistana Malala Yousafzai, allora appena quindicenne. La ragazza era celebre già ad 11 anni per il blog con cui aveva ed ha fatto conoscere al mondo intero il regime degli integralisti islamici, ostile alle donne e all'istruzione femminile. Dopo lunghe cure per le ferite riportate nel vigliacco attentato la ragazza, divenuta simbolo, è stata anche insignita del Nobel per la Pace.

   Non è poi un caso, infine, se in Nigeria i militanti islamici di Boko Haram, responsabili di attentati sanguinari, hanno rapito decine di ragazze che frequentavano il liceo per darle in spose ai terroristi o venderle come schiave.

   Un altro esempio è quello delle gravidanze precoci in America latina o in altri paesi in via di sviluppo e sottosviluppati. Pure qui una minima istruzione di base gioverebbe ad una maternità consapevole, in favore della diminuzione della mortalità infantile e per una indipendenza dal dominio maschile. Senza considerare che, parlando di un tema di attualità molto controverso come la maternità surrogata, spesso è proprio nei paesi più poveri che il corpo della donna viene sfruttato, in questo e in altri mondi anche più atroci.

Il volume "Libere di sapere" verrà presentato mercoledì 16 marzo, alle ore 17 nell'Aula magna del Rettorato dell'Università La Sapienza di Roma, piazzale Aldo Moro 5.

Se ne discuterà anche l'8 marzo, giorno della Festa delle Donne, a Viterbo, alle 17:30 presso il Palazzo dei Priori.

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