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Kai e gli altri, le vite spezzate

Redazione ANSA

OSLO - Dove sono Ismail il ballerino, e Johannes che aveva solo 14 anni, e Marianne che ne aveva 16 ed il sorriso di una bambina, e Alexander che non si toglieva mai il cappello, e Tore che era un talento della politica? Le loro vite le ha cancellate Anders Behring Breivik, l'assassino di Oslo e Utoya, assieme a quelle di altri 71. I loro nomi spuntano sulle pagine di Facebook e Twitter. Sulla prima, brevissima lista ufficiale di vittime, resa nota alle 18.00 dalla polizia di Oslo ci sono invece solo quelli di Gunnar Linaker, Tove Aashill Knutsen, Hanna M.Orvik Endresen e Kai Hauge. Il primo ucciso a Utoya, gli altri spazzati via dalla bomba di Oslo. Gunnar aveva compiuto 23 anni da appena 15 giorni. In famiglia lo chiamavano "grande orso". Era arrivato da Bardu, ben oltre il circolo polare artico, sull'isola della morte. Quando Breivik cominciò a sparare era al telefono col padre: "Papà, c'é una sparatoria, devo andare".

Tove e Kai invece avrebbero festeggiato il compleanno domenica prossima. La prima ne avrebbe compiuti 57. Lavorava in una azienda di informatica in centro. A due passi dal quartiere del governo sventrato dalla bomba. Andava sempre in bicicletta, ma venerdì scorso l'aveva lasciata in negozio per riparare i freni. Alle 15.21 uscì per andare a prendere il tram. Alle 15.26 era in Youngtorvet, la piazza dei Giovani dove ha sede il partito laburista. E Kai, che ne avrebbe compiuti 33, era il padrone di un bar in Kristian Augustusgate. 'Blaa Resept', lo aveva chiamato giocando con i colori delle prescrizioni mediche del sistema sanitario norvegese: da lui non ce n'era bisogno per bere e mangiare bene. Organizzava feste e forniva catering. Ieri, davanti al bar chiuso c'era un tavolino con una tovaglia a quadri, una sedia vuota, mazzi di rose ed una candela. Hanna Maria Orvik Endresen aveva invece 61 anni. Insieme a Tove e Kai è stata spazzata via dalla bomba.

Ma intanto la Norvegia piange per le storie che non hanno bisogno dell'ufficialità per toccare il cuore. Su Facebook e Twitter spuntano le pagine che ricordano chi è sparito a Utoya. Come Johannes, che con i suoi 14 anni è probabilmente la vittima più giovane di Utoya. O come Ismail Haji Ahmed che aveva appena 20 anni e la pelle scura. Ed era uno dei ragazzi più "cool" di Hamar, il capoluogo dell'Hedmark in cui Breivik si era trovato la fattoria in cui preparare la bomba. Si faceva chiamare Ismail Brown. Due anni fa era stato una star della versione norvegese di 'You got a talent'. E non rinunciava mai al suo sorriso. Le morti di Monica Bosei e Tore Eikeland le ha annunciate già domenica scorsa il primo ministro Jens Stoltenberg nella sua orazione in Duomo. Tore aveva 21 ed anni era "il più grande talento politico giovane" del partito laburista. Monica ne aveva 45 e di mestiere era la direttrice del Museo Marittimo, ma da vent'anni era soprattutto la "direttrice" del campeggio di Utoya. Fu lei ad andare a prendere Anders Breivik venerdì scorso con la barca. Lo stragista la freddò appena Monica si insospettì per i silenzi di quel finto poliziotto che diceva di essere arrivato per proteggere l'isola dopo la bomba di Oslo.

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