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Vincenzo De Luca, una vita tra polemiche e inchieste

Vincenzo De Luca, una vita tra polemiche e inchieste

Dalla vicenda Severino alle polemiche sulla 'frittura di pesce'

14 dicembre 2016, 12:54

Redazione ANSA

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Vincenzo De Luca - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vincenzo De Luca - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vincenzo De Luca - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno che non la manda certo a dire, linguaggio duro e colorito (tanto da ispirare varie imitazioni, a partire da quella di Maurizio Crozza), Vincenzo De Luca, 67 anni, laurea in filosofia, estimatore di Nelson Mandela, della pizza napoletana e di Maradona, ex sindaco sceriffo di Salerno si è trovato più volte al centro delle polemiche. 

Negli ultimi anni ha dovuto dividere l'impegno amministrativo con numerose vicende giudiziarie che lo hanno riguardato e con il tormentone della sospensione dall'incarico per effetto della applicazione della legge Severino. Nella sua carriera politica anche un incarico da viceministro alle Infrastrutture nel governo Letta caratterizzato da aspri contrasti con il ministro Lupi per la questione delle deleghe ministeriali.

Ha continuato contemporaneamente a svolgere l'incarico di sindaco di Salerno e per questo l'Antitrust gli ha ordinato di scegliere: lui e' andato avanti e a gennaio del 2014 il Tribunale civile di Salerno lo ha dichiarato decaduto dalla carica di sindaco. De Luca ha fatto ricorso e il 3 febbraio 2015 la Corte d'Appello di Salerno ha confermato la decadenza. Peraltro De Luca e' stato dichiarato decaduto per due volte in 10 giorni: oltre al doppio incarico, infatti, a portarlo via dal Comune di Salerno la condanna per abuso d'ufficio nel processo sul termovalorizzatore salernitano. Immediata la decadenza decretata dalla Prefettura in base alla Severino, altrettanto rapido il reintegro momentaneo deciso dal Tar. Pochi giorni dopo la decisione sul doppio incarico.

A quel punto De Luca ha impresso un'accelerazione alla sua corsa alla Regione. Si e' candidato e ha vinto le soffertissime primarie del Pd (rinviate per ben tre volte) fino alla campagna elettorale contrassegnata dalla polemica sugli impresentabili. Polemica che è tornata alla ribalta dopo una frase di De Luca contenuta in un video trasmesso a 'Matrix'. "Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l'1,5%, il 2% di voti", dice De Lucariferendosi alla presa di posizione della presidente della presidente della commissione Antimafia, che lo aveva inserito nella lista dei "candidati impresentabili" poco prima delle elezioni regionali del 2015. Scoppia la bufera e arrivano, puntuali anche le scuse insieme alla minaccia di querela. "La vicenda - grave - di un anno fa è chiusa. Non c'era e non c'è alcun problema con l'on. Bindi, nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica - dice De Luca - riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione. Verificheremo con l'ufficio legale gli estremi della querela a fronte di una evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata". Secondo De Luca, si è trattato di "un ennesimo episodio di scorrettezza professionale e di inciviltà".

De Luca è al centro delle polemiche anche per un audio de 'Il fatto quotidiano' in cui invita, tra l'altro, a offrire "fritture di pesce" pur di far votare sì al referendum. La vicenda, appunto, al centro dell'indagine della procura di Napoli derubricata da de Luca a battuta: "Con una battuta avevo detto al sindaco di Agropoli di offrire una frittura di pesce ai suoi cittadini. Da lí é partita la crociata del totano arrostito". 

Tra le polemiche più recenti quella relativa alla norma della Finanziaria ribattezzata dalle opposizioni norma 'De Luca', che consente di nuovo ai governatori di ricoprire anche il ruolo di commissario straordinario per ripianare il rosso nei conti della sanità. 

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