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Mario Draghi

Mario Draghi

Scatta tasso negativo, primi effetti sui mercati delle misure prese da Eurotower

17 giugno 2014, 12:55

Domenico Conti

ANSACheck

Mario Draghi © ANSA/EPA

Mario Draghi © ANSA/EPA
Mario Draghi © ANSA/EPA

Primi effetti del nuovo pacchetto di misure Bce, con i depositi di liquidità delle banche crollati dopo la decisione dell'Eurotower di penalizzare gli istituti che parcheggiano denaro anziché prestarlo. Intanto Francoforte sprona l'Italia a proseguire gli sforzi di riduzione del deficit dopo la correzione sotto il 3%, avvertendo: il calo del debito è la priorità. Dopo aver ricordato che l'Italia è fra i Paesi che "negli anni recenti" hanno conseguito una "correzione sostenibile" del disavanzo, la Bce nota come l'Italia sia rimasta al 3% di deficit/Pil nel 2013, decidendo poi un "aumento significativo" dell'obiettivo 2014, al 2,6% dall'1,8% indicato l'anno scorso e rinviando l'obiettivo di medio termine al 2016 dal 2014. Ora la Penisola, chiamata a un aggiustamento strutturale minimo dello 0,7% di Pil l'anno, deve secondo la Bce "accrescere gli sforzi di risanamento per assicurare sufficienti progressi" verso l'obiettivo di medio termine. E deve tener presente, ricordano a Francoforte, "la priorità di imprimere uno stabile andamento discendente al cospicuo debito in rapporto al Pil". La Bce, intanto, è ansiosa di misurare gli effetti delle sue misure. Creando un precedente assoluto fra le maggiori banche centrali, giovedì ha portato in negativo, a -0,1%, il tasso sui depositi a un giorno: le banche, anziché essere remunerate, ora devono pagare per parcheggiare liquidità a Francoforte. I dati danno parzialmente ragione alle misure annunciate da Mario Draghi una settimana fa: le banche hanno ridotto di ben 25 miliardi di euro la liquidità messa nella 'deposit facility' ad appena 13,6 miliardi, il minimo dal 2011. Il tasso Eonia Swap, che misura il costo dei prestiti di liquidità a un giorno da banca a banca, oggi è crollato al minimo storico dello 0,029%: segno che quei soldi, finora parcheggiati, vengono ora mobilizzati. L'intento della misura, ribadisce oggi il consigliere Bce Luc Coene, è far sì che gli istituti tornino a prestare all'economia reale. In particolare che quelli del Nord Europa, prestino la liquidità alle banche del Sud, in questo modo contribuendo a ridurre quella frammentazione finanziaria che rende il credito in Italia o Spagna molto più oneroso che in Germania. Al momento, tuttavia, quello che appare dai mercati sono forti acquisti sui titoli tedeschi a breve: lo stesso Coene dice che la Bce non è sorpresa, e si aspetta che gradualmente quei soldi finiscano dove la Bce spera finiscano, vengano cioè reimpiegati in prestiti. Proprio la frammentazione finanziaria, assieme all'euro forte, secondo la Bce contribuisce al rischio di una spirale deflazionistica perché pesa su consumi e investimenti. Nel bollettino mensile la Bce giudica "remoto" il rischio di deflazione, e ribadisce: con le nuove misure, l'inflazione tornerà "in prossimità" dell'obiettivo del 2%. Ma avverte anche che "il protrarsi di tassi d'inflazione positivi ma bassi potrebbe essere, in determinate circostanze, fonte di timori e richiedere un'appropriata risposta in termini di politica monetaria". In serata è arrivato poi un monito di Jens Weidmann. Per il presidente della Bundesbank la Bce non dovrebbe trasferire i rischi da un Paese all'altro attraverso l'acquisto di titoli di Stato. Parlando a Dubrovnik, Weidmann ha spiegato che ''un problema fondamentale con l'acquisto dei titoli di Stato in una unione monetaria è che il rischio viene distribuito tra i contribuenti dei diversi paesi'' e quindi una decisione simile ''deve essere presa dai governi eletti''. Infine ha esortato Italia e Francia ad ''implementare le riforme''.

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