Una ragazza modello, tenace e solare con un cervello 'fine' che l'aveva portata a fare carriera a tempo di record. Cosi' viene descritta da parenti e amici Valeria Solesin, 28 anni, veneziana, morta nell'assalto terroristico al Bataclan del 13 novembre. Valeria, cresciuta nel cuore di Venezia, a Cannareggio era diventata cittadina del mondo. Dopo il diploma al liceo scientifico 'Benedetti' di Venezia, si era trasferita a Trento dove si e' rapidamente laureata in sociologia. Da qui era andata per un dottorato proprio a Parigi, dove viveva da quattro anni, per proseguire gli studi specialistici all'Universita' Parigi 1, La Sorbona, approfondendo il rapporto del ruolo delle donne divise tra famiglia e lavoro con una particolare attenzione alle differenze di vita in 'rosa' tra la Francia e l'Italia. In pochi anni aveva gia' pubblicato alcuni saggi raccogliendo tra l'altro interviste ed entrando anche nello specifico di alcune realta' cittadine molto diverse tra l'Italia frammentata in tanti comuni grandi e piccoli e la Francia con Parigi catalizzatrice della comunita' transalpina. La madre ha ricordato la sua esperienza con i clochard di Parigi, "per conoscere tutte le sfaccettatura di una realta' che andava a studiare e frequentare". Dai suoi amici era considerata uno dei cosiddetti 'cervello in fuga' perche' in Italia non trovava spazio per affermarsi. Al Bataclan era andata con il fidanzato ed un'amica, entrambi di Trento, e un alto ragazzo di Verona. Mentre stavano per entrare nel locale e' iniziata la sparatoria e il lancio di granate e nel fuggi fuggi generale si e' vista separata dal fidanzato perdendo la borsa, con i documenti, che e' stata raccolta dall'amica. Testimoni avevano detto di averla vista ferita. Poi la ricerca, essendo lei priva di documenti, via internet dei congiunti dall'Italia e a Parigi da parte del fidanzato e altri conoscenti con un porta a porta negli ospedali il tutto mentre si attivava anche la Farnesina. L'epilogo oggi nell'istituto di medicina legale di place Mazas a Parigi.
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