PORDENONE, 22 SET - "Viviamo in un periodo tumultuoso. Dopo sessant'anni di stasi, stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione: enormi flussi migratori, i social media che proiettano lo stile di vita occidentale in tutto il globo, le intelligenze artificiali". Parola di Robert Harris, ospite a pordenonelegge per ricevere il premio di FriulAdria "La storia in un romanzo" con "Monaco" (Mondadori). "Credo fermamente che la storia si ripeta - ha continuato l'autore inglese - ma devo anche prendere atto del fatto che non sembriamo in grado di imparare da essa: basti osservare le difficoltà ricorrenti nei rapporti tra il Regno Unito ed il resto d'Europa. Tuttavia, la storia c'insegna che qualunque difficoltà ci troviamo a fronteggiare è già stata affrontata in passato, spesso persino più aspra e insormontabile. Come diceva Cicerone, chi non conosce la storia è non connette la propria vita a quella dei propri avi è destinato a rimanere bambino". L'autore ha anche offerto il proprio punto di vista sullo spionaggio, tema che ha raccontato ne "L'ufficiale e la spia". "Penso che abbiamo raggiunto il picco dell'arte dell'intelligence: pensate alle ingerenze della Russia nelle elezioni americane o nella Brexit. Intere guerre cibernetiche vengono combattute a nostra insaputa".
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