Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

ANSAcom
ANSAcom

Festival del Lavoro, politiche attive contro disuguaglianze

Moioli (Fonarcom), solo il 10% delle Pmi fa formazione

ANSAcom

ROMA - Investire sulle politiche attive e sulla qualità del lavoro per ridurre le diseguaglianze sociali e creare le condizioni per un maggiore sviluppo. Questo il messaggio della settima edizione del Festival del Lavoro inaugurato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che nel suo discorso ha ribadito come per combattere le disuguaglianze "servano le politiche attive, che nel nostro paese si sono dichiarate molte volte, ma non si sono mai fatte".
Secondo il ministro, infatti, finora ci sono state solo piccole esperienze a livello locale, mentre a livello nazionale "forse le più strutturata è Garanzia Giovani che ha 2 anni e mezzo". Per Poletti, quindi, il primo tema da affrontare per abbattere le disuguaglianze sociali deve essere "quello delle politiche attive, insieme all’aiuto delle persone, alla presa in carico e ai progetti personalizzati, perché non possiamo avere strumenti generici quando lavoriamo sul cambiamento della vita delle persone".
Fra i diversi strumenti che possono essere messi in atto attraverso le politiche attive, "la formazione è quello più importante", ha dichiarato Mario Moioli, coordinatore nazionale promozione e sviluppo di Fonarcom, confermando come, secondo i dati in suo possesso, "storicamente le aziende italiane non fanno formazione o ne fanno pochissima: solo il 10% delle Pmi italiane la fa, dato che arriva a circa il 40% per le grandi imprese. Il confronto con gli altri paesi europei è impietoso".
Eppure, qualcosa sta cambiando, visto che per il presidente di Fonarcom, Andrea Cafa', "finalmente nel nostro paese si respira un’aria nuova, un’aria di politiche attive". Come fondo interprofessionale, continua Cafa', "con Fonarcom abbiamo iniziato a sperimentare degli strumenti, dei voucher che accompagnano il giovane nell'inserimento nell’azienda e questo governo con la riforma della Buona Scuola ha dato un altro segnale positivo di avvicinare i giovani alla scuola attraverso l’alternanza scuola-lavoro. Servono sperimentazioni che costituiscano delle buone pratiche affinche' diventino le procedure essenziali per innalzare l’occupabilità dei nostri lavoratori".
In Italia, di lavoro e uguaglianza si parla soprattutto nella Costituzione, che come ha ricordato il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick durante il suo intervento, ha fra i suoi punti fondamentali "uno strettissimo nesso tra la dignità e il lavoro", in quanto "non ci può essere dignità senza il lavoro, e non ci può essere il lavoro senza la dignità, altrimenti diventa sfruttamento".
Secondo la definizione del lavoro presente nella carta costituzione italiana, continua Flick, "lo stesso non è da considerarsi una situazione di privilegio, un'eccezione, non a caso nell’ambito del diritto fra privati il costituente ha costituzionalizzato solo il diritto del lavoro e non quello civile o penale, per sottolineare che il lavoro nella forma più estesa del termine è il motore della nostra convivenza", ha aggiunto il presidente emerito della Corte Costituzionale, sottolineando infine che il lavoro deve essere "effettivo, avere caratteristiche non di precarietà, non di insicurezza e non deve essere sottoposto solo a logiche di mercato".
In rappresentanza del mondo delle imprese, il presidente dei giovani di Confindustria, Marco Gay, ha infine sottolineato come quando si riflette sui temi del lavoro, si debba anche farlo sulla mobilità, visto che "non c’è più un lavoratore che va in pensione partendo dallo stesso posto in cui è stato per 30 anni". Inoltre, per Gay, "non si può parlare del futuro della concertazione guardando ai passati 30 anni, così perdiamo tutto. Bisogna guardare ai prossimi 30, identificando il lavoro con la persona che lo svolge e non col posto in cui si svolge".
Al futuro guarda anche la presidente del consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, che ha sottolineato come "accompagnare la riforma del lavoro e far sì che si possa tradurre in positività non è semplice, ma la differenza tra i professionisti e quelli che non lo sono, passa dalla consapevolezza del proprio operare". E per quanto riguarda le attività svolte dalle Regioni nell'ambito della riforma del lavoro, "c’è bisogno di maggior integrazione e coordinamento, quando le risorse sono poche non si possono sprecare, ma in questo il Jobs Act ha dato contributo importante di razionalità", ha concluso Calderone.

In collaborazione con:

Archiviato in


Modifica consenso Cookie