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Imprese: Messe Frankfurt, Cina eccezionale per Made in Italy

A.d. Wich, fiere strumento principe per aziende che si affacciano

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MILANO - La Cina per il made in Italy rappresenta "un'opportunità eccezionale" e le fiere sono lo "strumento principe" per le aziende, soprattutto le pmi, che vogliono affacciarsi su questo mercato. L'amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia, Donald Wich, lo ha detto in occasione del 6/o Forum sull' Internazionalizzazione del Made in Italy (Fimi), dedicato quest'anno proprio al mercato cinese. "Abbiamo scelto questo focus territoriale perché il mercato cinese rappresenta un'opportunità crescente per tutti i settori rimasti finora un po' in disparte. Penso ad esempio ai beni di consumo e alla meccanica, che contraddistinguono il made in Italy" ha detto. Secondo Wich, per allacciare rapporti strategici ed entrare con profitto in questo mercato dalle "potenzialità eccezionali, le fiere sono lo strumento principe, soprattutto per le pmi".
Messe Frankfurt nello specifico è uno dei principali operatori fieristici "e rappresenta la piattaforma ideale non solo per il made in Germany ma anche per il made in Italy e per tutte le aziende che si affacciano alla Cina". L'ente fieristico di Francoforte è presente in Cina da oltre 25 anni con 600 addetti distribuiti in sei uffici (Hong Kong, Taipei, Shanghai, Pechino, Guangzhou e Shenzhen) collaborando con le principali associazioni cinesi di settore e sviluppando oltre 40 fiere.
"Questi eventi - ha spiegato Detlef Braun, member of the executive Board di Messe Frankfurt - sono diventati punto di riferimento per molti settori produttivi: il tessile moda, il tessile tecnico, i beni di consumo, l'automotive, la musica, l'illuminazione, il comparto idrotermosanitario. Registrano la partecipazione delle più importanti realtà italiane".
La Fondazione Italia Cina, partner scientifico di Messe Frankfurt, ha rilevato che il ranking dei principali settori industriali italiani per esportazioni in Cina vede al primo posto gli articoli di abbigliamento, mentre il mondo dell'arredamento e dell'interior design è in proporzione il segmento che è cresciuto di più: dal 24/mo posto nel 2011 all'11/mo oggi. "La crescita dei consumi e la transizione verso forme di vendita digitali - ha spiegato il direttore della scuola di formazione della fondazione italo-cinese, Francesco Boggio Ferraris - danno vita a una rivoluzione che fa della Cina il principale driver dell'industria globale del lusso e il primo mercato e-commerce al mondo. Una trasformazione epocale guidata da un tasso di urbanizzazione che sfiora il 60%, con 15 città che hanno una popolazione di almeno 4 milioni di persone e megalopoli con più di 30 milioni di abitanti, come Chongqing, e 300 milioni di millennials".
Chi ha già saputo cogliere le dinamiche di questo Paese in trasformazione sono aziende come Brembo, iGuzzini, Scavolini e Successori Reda, testimoni al Fimi dell'esperienza italiana in Cina. Al Forum spazio anche ai temi della proprietà intellettuale e new retail, con due approfondimenti dedicati.

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