ROMA - Il primo gennaio 2019 è una data cerchiata in rosso per il mondo delle costruzioni. Scatta, infatti, l'obbligo di adottare un nuovo sistema di informatizzazione detto Bim, acronimo di Building information modeling, per tutti gli appalti con importi superiori ai 100 milioni (la messa a regime è prevista nel 2025). Per gli addetti ai lavori il conto alla rovescia è già iniziato e Italferr, la società di ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, ha deciso di lanciare il primo libro bianco sul Bim, che si preannuncia come una rivoluzione digitale.
Il volume fa "il punto" sulla situazione, mettendo l'esperienza maturata "a disposizione di tutte le altre società di ingegneria", spiega l'amministratore delegato e direttore generale di Italferr, Carlo Carganico, in occasione del Forum Oice, l'associazione che riunisce le organizzazione di ingegneria e architettura.
Il Bim cambia la visione dell'opera, restituendo un modello del progetto che comprende tutte le componenti, da quella meccanica a quella elettrica. Il tutto su un unico database, un solo software, su cui tutti i progettisti possono lavorare in contemporanea evitando interferenze ed errori. "Anche in fase di gara, di appalto, chi riceve il modello Bim si rende conto di tutto quello che potrebbe derivarne", sottolinea Carganico. Ma ci sono vantaggi anche per l'utente finale. "Se voi aveste il modello Bim del vostro appartamento e si rompe il rubinetto, con un semplice clic sul computer vi si aprirà un flash che vi dice tutte le caratteristiche, chi sono i produttori i distributori e dove sono i negozi".
La società ha "applicato Bim non solo per gli edifici ma anche per le tratte ferroviarie", dice l'ad di Italferr. In un cantiere ferroviario, avendo disponibile il modello Bim, evidenzia Carganico nelle conclusioni del libro bianco, "basterebbe un semplice tablet per visualizzare in digitale il cantiere, verificare a che punto è il costruito, controllare in tempo reale lo stato di avanzamento dei lavori e monitorare al tempo stesso lo stato delle realizzazioni verso terzi, per esempio con immediate azioni correttive qualora ve ne fosse bisogno, nonché tutto il complesso delle informazioni ex post utili all'attività manutentiva".
Italferr lavora con Bim già da anni. "La prima esperienza è stata dettata da una necessità internazionale e cioè la metropolitana della red line di Doha in Qatar", ricorda Carganico. Da lì altri si sono sviluppati diversi altri progetti, come "l'Itinerario Napoli-Bari (Apice-Hirpinia e Hirpinia-Bovino), l'Impianto di manutenzione di Bologna, la riqualificazione degli edifici di Firenze Romito e il collegamento ferroviario dell'Aeroporto Marco Polo di Venezia".
Il presidente di Italferr, Riccardo Maria Monti, parlando sempre di Bim, fa notare come "le infrastrutture e gli edifici siano sempre più intelligenti". E, prosegue, "quello che costruiamo adesso sarà in esercizio per 50-80-100 anni. Quindi è molto importante che le generazioni future, che utilizzeranno quello che noi progettiamo oggi, possano gestirlo al meglio". D'altra parte, come l'ad delle Fs, Renato Mazzoncini, scrive nel libro bianco "il Bim costituisce una vera e propria rivoluzione nel modo di progettare, realizzare e manutenere opere infrastrutturali".
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Italferr