CAPRI (NAPOLI) - Dalla mobilità al turismo, passando per la Pubblica amministrazione, i pagamenti, le nuove modalità di fruizione di contenuti, i nuovi modelli di business: la trasformazione digitale del Paese si gioca su più fronti e scommette ormai non solo su servizi e tecnologie, ma soprattutto su competenze ancora da sviluppare per poter cogliere al volo tutte le opportunità offerte dalla digitalizzazione. È quanto è emerso dalla decima edizione del Digital Summit, appuntamento annuale di EY a Capri cui hanno partecipato quest'anno oltre 550 persone e più di 90 relatori.
Non c'è innovazione senza supporto di politiche adeguate. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, intervenuto nella giornata conclusiva del summit, ha sottolineato che per crescere dobbiamo "sfruttare al meglio questa congiuntura tecnologica favorevole mettendo insieme Industria e Impresa 4.0", ma anche la "P.A. 4.0, perché lì molto è stato fatto ma molto deve essere tradotto in implementazione giornaliera in modo che se ne sentano i benefici". Sul fronte della digitalizzazione della Pubblica amministrazione la stessa ministra Marianna Madia, che ha inaugurato la tre giorni di EY, ha auspicato che "il grande lavoro messo in cantiere continui anche con il prossimo governo, perché si tratta di temi che appartengono al Paese, quindi i progetti dovranno essere proseguiti".
Nel summit, ha sottolineato Donato Iacovone, amministratore delegato Italia e managing partner Italia Spagna e Portogallo di EY "abbiamo messo a fuoco quanto l'innovazione digitale permetta di promuovere la crescita, migliorando la produttività e l'occupazione. Si tratta di un processo, favorito anche dai provvedimenti del governo che interessa tanto le imprese private, quanto la Pubblica amministrazione, che con tempi e modalità diversi stanno affrontando concretamente questa trasformazione epocale".
Insomma l'innovazione tecnologica è un processo ormai in corso e il futuro si gioca sulle competenze. "La situazione attuale del mercato del lavoro nel nostro Paese racconta una distanza ampia tra domanda e offerta", rimarca Iacovone, "che riguarda sia le nuove figure, sia chi è già inserito in azienda da tempo. I dati parlano chiaro: ad esempio, sono pochissimi i laureati 'stem' (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), 14 su 1.000, contro una media europea di 19, ben il 21% in meno. Quindi, anche se l'implementazione tecnologica sta procedendo rapidamente, ora il focus deve essere centrato sulle competenze che servono al nostro Paese in una visione di lungo periodo".
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