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Gli albori della festa nel 1711

SASSARI ANSAcom

La devozione che la Sardegna nutre nei confronti della Cavalcata Sarda non ha radici religiose. La vetrina sull’Isola, sulla sua eccellenza e sull’identità è un evento che sin dalle sue origini si caratterizza come un appuntamento di buona accoglienza e come volontà di mettere in mostra tutto ciò che questa terra magica è in grado di esibire per raccontarsi e rilanciare il suo forte legame con la storia di un popolo spesso descritto come “mal unito”, ma che proprio nel riferimento al folklore e alla tradizione sa ritrovare un solidissimo motivo di unità.

Nella sua poderosa opera dedicata alla città che gli ha dato i natali e di cui è stato eccellente descrittore, lo storico Enrico Costa, che più e meglio di chiunque ha raccontato Sassari, riferisce che i primi a “far cavalcata” in omaggio di Filippo V re di Spagna furono i nobili sassaresi: correva l’anno 1711. In realtà le origini della sfilata tradizionale in una forma più simile a quella attuale vengono fatte risalire al 1899, quando Sassari omaggiò il re d’Italia, Umberto I, e sua moglie, la regina Margherita di Savoia, giunti a Sassari per assistere all’inaugurazione del monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, che ancora oggi si trova al centro di piazza d’Italia.

La festa non aveva ancora una cadenza fissa, tanto che nell’arco dei quarant’anni successivi si celebrò solo due volte, nel 1929 e nel 1939, sempre in occasione della visita di esponenti della casa reale. Ma la “festa della bellezza”, come venne definita la Cavalcata Sarda quando si decise di farne un evento benaugurante per la stagione turistica, diventa un appuntamento annuale nel 1951 per espressa volontà dell’allora sindaco Oreste Pieroni. Addirittura nel 1982 se ne celebrarono due, una delle quali in onore dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.

In collaborazione con:
Comune di Sassari

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