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Tabacchi, con ritocchi accisa 1 miliardo di entrate in meno

Studio Luiss-British American Tobacco, serve calendario fiscale

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ROMA - "Circa 1 miliardo di euro in mancate entrate erariali" nelle stime per il 2017 "rispetto agli obiettivi di gettito previsti" dalla legge di bilancio dello scorso anno. A lanciare l'allarme è l'indagine del Centro Studi Casmef della Luiss sull'impatto della riforma fiscale dei tabacchi in Italia. Un'analisi condotta con il contributo della British American Tobacco Italia, a tre mesi dagli ultimi ritocchi sulle accise. La valutazione dell'impatto si basa, viene precisato nel dossier, sulle "stime del Governo" contenute "nel documento di assestamento di bilancio e del bollettino entrate tributarie del Mef aggiornato a luglio 2017".

Il risultato sono "meno 146 milioni di euro incassati dallo Stato nel periodo gennaio-luglio 2017" a confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, spiega il Casmef (Centro Arcelli per gli studi monetari e finanziari).

"La riforma del 2015 - sottolinea il vicedirettore del Centro Studi, Marco Spallone - ha garantito almeno inizialmente la stabilità del sistema, seppure entro certi limiti", poi però, dopo il primo biennio, qualcosa non ha funzionato, tra la "vaghezza dei presupposti" per gli "interventi discrezionali sui parametri di tassazione" e "l'inasprimento del carico fiscale posto in essere nel giugno 2017".

Inasprimento "avvenuto - dice l'economista - in modo drastico e repentino, con una perdita di gettito già nel primo mese di applicazione (luglio 2017), rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, del 2,2% (ovvero, -21 milioni di euro)". Il rincaro inoltre si è fatto sentire, viene evidenziato nella ricerca, "soprattutto sulle sigarette delle fasce di prezzo basse".

Insomma le decisioni di quest'estate, dettate da "condizioni di urgenza", dovute alla situazione dei conti pubblici, si sono rilevate "sbilanciate". E ciò è avvenuto perché, si sostiene nello studio, la riforma fiscale sui tabacchi, pur avendo "un buon impianto di base", per altri versi si è mostrata "carente", offrendo "eccessivi spazi di discrezionalità" e quindi di "incertezza".


Ecco perché, sottolinea Spallone, "sarebbe necessario un nuovo intervento normativo, per assicurare certezza del gettito e per fornire agli operatori del mercato prospettive stabili e prevedibili", definendo "un vero e proprio 'Calendario fiscale delle accise'". Proposta che piace al presidente e amministratore delegato di British American Tobacco Italia, Andrea Conzonato, secondo cui "l'eccessiva burocrazia, una giustizia troppo lenta, infrastrutture spesso carenti ma, soprattutto, l'incertezza giuridica e regolatoria, rischiano di rendere l'Italia un posto meno appetibile per i grandi investimenti".


La Germania, sempre secondo lo studio, offre un esempio "di successo". I tedeschi hanno infatti adottato, dal 2010, un format valido per cinque anni, che lega una quota della crescita dell'accisa al tasso medio d'inflazione nel lungo periodo. Questa "pianificazione" nel 2011-2015 ha fruttato "un gettito complessivo superiore alle previsioni di ben 2,4 miliardi".

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