Lavorare nel mondo dello sport senza essere stati per forza dei campioni è possibile. I dirigenti del Cagliari Calcio e della Dinamo Sassari di basket spiegano come. Lo fanno a Cagliari, alla prima giornata di Sardinian Job Day, il più importante momento di incontro tra cittadini e imprese a livello nazionale organizzato dall'Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro (Aspal).
"Nello sport si può anche stare dietro le quinte - spiega l'amministratore delegato della Dinamo Renato Nicolai durante il primo dei due momenti dedicati al binomio lavoro-sport - in questo senso la nostra è una società molto ben strutturata. In questo momento da noi lavorano quattro persone assunte dopo un stage".
"Noi - dice il presidente del club Stefano Sardara - abbiamo inserito un motore commerciale in una macchina sportiva, e funziona". Un motore che si occupa di merchandising e, in generale, della produzione del brand Dinamo. Il coach Enzo Esposito ha spiegato come da giocatori si possa diventare allenatori, posto che il passaggio non è automatico: "Quando giochi pensi alla tua prestazione, quando alleni a quella di dieci persone. Dietro c'è un lavoro molto psicologico che ha a che fare anche con la selezione dei giocatori". Anche alle spalle di un match "c'è un grande lavoro di preparazione che coinvolge tutto lo staff tecnico impegnato, per esempio, nella confezione dei video e delle statistiche utili alla squadra nella preparazione dell'incontro".
Di "organizzazione complessa" parla anche Mario Passetti, direttore generale del Cagliari Calcio: "La squadra riesce a disputare il campionato grazie alla presenza della segreteria, dell'amministrazione, di uffici marketing, contabilità e sicurezza, di un ufficio dedicato alle campagne sociali e di comunicazione". Ebbene, "chi lavora in questi settori non è necessariamente un ex calciatore".
In collaborazione con:
Aspal