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Santa Sede: 'Meno spese militari, più risposte umanitarie e clima'

Santa Sede: 'Meno spese militari, più risposte umanitarie e clima'

Mons. Paul Richard Gallagher interviene alla Riunione plenaria ad Alto livello delle Nazioni Unite per commemorare e promuovere la Giornata internazionale per l'eliminazione totale delle armi nucleari

CITTÀ DEL VATICANO, 29 settembre 2021, 08:04

Redazione ANSA

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La cupola della basilica di San Pietro - RIPRODUZIONE RISERVATA

La cupola della basilica di San Pietro - RIPRODUZIONE RISERVATA
La cupola della basilica di San Pietro - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Dinanzi a una pandemia mondiale di durata incerta e agli effetti sempre più gravi del cambiamento climatico globale, gli Stati devono ridurre le spese militari in favore di una risposta ai bisogni umanitari e delle esigenze della nostra casa comune. In questo contesto, desidero rinnovare la richiesta della Santa Sede affinché i governi destinino 'il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari' alla costituzione di 'un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri'". Così mons. Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, all'Onu.

Intervenendo alla Riunione plenaria ad Alto livello delle Nazioni Unite per commemorare e promuovere la Giornata internazionale per l'eliminazione totale delle armi nucleari, mons. Gallagher ha detto che la celebrazione odierna "è un'occasione per ribadire al mondo, e specialmente ai leader degli Stati che detengono armi nucleari, l'insistente richiesta dell'umanità di eliminare le armi nucleari e i numerosi impegni presi da questo foro a liberare il mondo dalla minaccia della guerra nucleare", e che "la Santa Sede è grata agli Stati che hanno firmato e ratificato il Trattato" sulla proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore lo scorso gennaio, "e incoraggia gli Stati riluttanti ad aderire a questo importante accordo".
    Per il 'ministro degli esteri' della Santa Sede, "due fattori contribuiscono al perpetuarsi dello status quo nucleare". Il primo, ha spiegato, "è la politica della deterrenza, che spinge la corsa agli armamenti e genera un ambiente tecnologico disumanizzante che mantiene e aggrava la diffidenza tra le nazioni". Al contrario, "la fiducia tra le nazioni giustifica le verifiche, e la Santa Sede sostiene con forza accordi di disarmo verificabili". Il secondo fattore, ha aggiunto, "sono le spese esorbitanti da parte di alcuni Stati per la produzione e lo spiegamento di arsenali nucleari, che sono una fonte di crescente disuguaglianza sia all'interno sia attraverso le nazioni".
    Mons. Gallagher ha infine esortato "in special modo quegli Stati che beneficiano dell'ombrello nucleare ad aiutare a ricalibrare le priorità globali, sostenendo gli sforzi per il disarmo nucleare secondo l'Articolo VI del Trattato di non proliferazione". 
   

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