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Mozione di sfiducia, Bonafede: 'Sul caso Di Matteo sgomberati gli pseudo dubbi'

In corso nell'Aula del Senato la discussione sulle mozioni di sfiducia presentate nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Dopo la discussione generale,  è prevista la replica del ministro. Quindi avranno luogo le dichiarazioni di voto. Alla fine delle dichiarazioni di voto si svolgeranno le votazioni. Saranno indette due "chiame". Ciascun senatore voterà dal posto, con entrata nell'emiciclo scaglionata a gruppi di 50 ogni dieci minuti, secondo l'ordine alfabetico.

La sfiducia individuale nei confronti del Guardasigilli è richiesta in due diverse mozioni. La prima, presentata dal centrodestra, critica il "culmine del fallimento complessivo" dell'operato di Bonafede, individuato nella vicenda del capo del Dap. La seconda, di +Europa e definita "mozione Tortora", con riferimento alla vicenda di malagiustizia di cui fu vittima il popolare presentatore televisivo, vuole sfiduciare il ministro criticandone la generale gestione del comparto affidato al suo ministero "in senso giustizialista e populista".

La vicenda che riguarda Nino Di Matteo "è stata ormai a dir poco sviscerata in ogni sua parte". E "sono stati ampiamente sgomberati tutti gli pseudo-dubbi". Lo ha detto al Senato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ribadendo che la scelta del capo del Dap fu discrezionale. Sulla scelta del capo del Dap che portò il ministro della Giustizia a scegliere Francesco Basentini invece di Nino Di Matteo non ci fu "nessun condizionamento. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione". "E' totalmente falsa l'immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi", ha sottolineato Bonafede. I giudici che hanno scarcerato i detenuti in questi ultimi mesi lo hanno fatto in base a leggi "in vigore da 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato".

 Sulla riforma del processo penale e del Csm il "confronto nella maggioranza sarà costante approfondito e improntato a leale collaborazione", ha assicurato il ministro Bonafede al Senato.  "Le misure concrete adottate durante l'emergenza - ha ggiunto - sono il frutto del lavoro di squadra di tutto il governo che ha deciso di considerare la giustizia una vera priorità". 

"Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale". Lo ha detto nell'Aula del Senato Matteo Renzi (Iv) in dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede. "Non si fa politica pensando alla legge del taglione: certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male. Disse 'se c'è un sospetto anche chi è pulito si dimetta'. No, bisogna rifiutare la cultura del sospetto, definita da Falcone l'anticamera del komeinismo". "Non ci interessa un sottosegretario ma sbloccare i cantieri. Quando portiamo delle idee non stiamo cercando visibilità", ha concluso.

Beppe Grillo prende in prestito Trilussa e la sua poesia "Er nemico" per commentare, verosimilmente, la discussione sulla mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il poeta canzona quel cane da guardia che "tutta la notte stava a fa' bubbù" anche quando nessun pericolo sembrava minacciarlo. Così alla cagnolina che gliene chiedeva il perché i lupo rispondeva: "Lo faccio pe' nun perde er posto. Der resto, cara mia, spesso er nemmico è l'ombra che se crea pe' conservà un'idea: nun c'è mica bisogno che ce sia".

"Oggi qui si discute di quale politica per la Giustizia serva all'Italia. Se la continuità del governo dovesse significare la continuità della politica della giustizia praticata da Bonafede inviterei tutti a considerare che l'Italia non ne avrebbe nessun giovamento". Lo dice nell'Aula del Senato Emma Bonino di +Europa illustrando la propria mozione di sfiducia individuale nei confronti del Guardasigilli, definendolo "ministro del sospetto". "Pensiamo che la Giustizia sia una istituzione di garanzia di tutti i cittadini e non strumento di lotta politica o di moralizzazione civile", sostiene, sottolineando di aver intitolato la sua mozione a Enzo Tortora "come scelta di una idea di giustizia rispetto ad un'altra. Per noi la giustizia non coincide con le manette come per Bonafede", conclude. "Bonafede paga una tangente ideologica al giustizialismo penale. E dove è finita la promessa riforma della Giustizia penale o quella del Csm? Io voglio una giustizia che non faccia paura ai cittadini ma restituisca loro la fiducia nel giusto processo e nella correttezza della amministrazione".

Gianluigi Paragone, ex M5S ed ora passato al Misto, voterà a favore sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia. Lo ha annunciato nell'Aula del Senato.

"Voteremo con convinzione contro le mozioni in discussione oggi. Lo faremo per ragioni di merito e di metodo". Lo afferma Franco Mirabelli del Pd nell'Aula del Senato, spiegando che "è evidente il tentativo delle opposizioni di usare un tema tanto importante e tanto delicato come quello della giustizia per provare a far cadere il governo scommettendo sulle differenze che convivono in una maggioranza di coalizione". E ammonisce: "È chiaro a tutti che oggi Bonafede è ministro di un governo diverso" di quello giallo verde "e che la discontinuità con quello precedente deve essere maggiore di quanto sia stata finora".

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