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Fase due: Bonaccini, le linee guida delle Regioni il riferimento. De Luca contro il governo

'Alla fine il risultato è arrivato'

L'Italia riapre anche in base alle linee guida siglate tra governo e Regioni. Ma se diversi governatori si dichiarano soddisfatti dell'intesa raggiunta non manca chi va all'attacco. Ad accusare l'esecutivo stavolta non sono però i governatori del centrodestra ma il Dem Vincenzo De Luca. "La Campania non è d'accordo e non ha sottoscritto l'intesa Stato-Regioni che alcuni media presentano come condivisa all'unanimità - dice il governatore - Su alcune norme di sicurezza generale deve pronunciarsi il ministero della Salute, non è possibile che il Governo scarichi opportunisticamente tutte le decisioni sulle Regioni. Non è accettabile".

Parole a cui il governo non replica direttamente anche se, sottolineano fonti di palazzo Chigi, l'intesa raggiunta non è con i singoli presidenti ma con la Conferenza delle Regioni. Nelle riunione che si è protratta fino a notte, fanno inoltre notare fonti di governo, ci si era lasciati con un accordo 'pieno': nel Dpcm sarebbero confluite le linee guida predisposte dal documento unitario dalle Regioni, che il governo ha infatti fatto proprie. L'allegato 17 afferma esplicitamente che le indicazioni sono "in continuità con le indicazioni di livello nazionale, in particolare con il protocollo condiviso tra le parti sociali...nonché con i criteri guida generali di cui ai documenti tecnici prodotti da Inail e Iss". L'uscita di De Luca, sottolineano le stesse fonti, sarebbe quindi dovuta al timore dei presidenti di assumersi pienamente le responsabilità di aperture e chiusure, nascondendosi dietro l'attendismo del governo sulle linee guida. Un atteggiamento che già nella riunione aveva provato ad assumere il governatore della Lombardia Attilio Fontana chiedendo di riaprire il documento delle Regioni sulle linee guida per inserirvi eventuali modifiche suggerite da Inail e Cts. Un tentativo che avrebbe di fatto ritardato l'uscita del Dpcm e consentito ai presidenti di non riaprire e di accusare il governo. Lo stop sarebbe arrivato, oltre che dall'esecutivo, anche da diversi governatori tra cui il veneto Luca Zaia e il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Si riparte dunque, ma non tutti insieme. 

 "Alla fine il risultato è arrivato": così il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, al termine dell'incontro notturno con il Governo che ha chiuso una lunga giornata di confronto.

    "In un'ottica di collaborazione istituzionale si è ricercata e si è trovata una soluzione con l'accordo raggiunto venerdì tra Regioni e Governo. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini.
    Il Governo si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà, peraltro - ha concluso Bonaccini - omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese".

"Nel corso della riunione di questa notte abbiamo svolto un lavoro intenso e molto utile per far ripartire il Paese in sicurezza. L'accordo, che riprende le linee guida delle Regioni per le ordinanze, sancisce ancora una volta la leale collaborazione tra regioni e governo. Ringrazio i presidenti per aver sempre ricercato una soluzione nell'interesse del Paese. Ci stiamo muovendo su un terreno nuovo e, spesso, serve da parte di tutti un'assunzione ulteriore di responsabilità". Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, dopo la riunione sul Dpcm.

 

   

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