"Sostengo Stefano Bonaccini, perché
ha fatto un buon lavoro ed è un uomo del popolo". L'endorsement
arriva da Julio Velasco, allenatore di volley argentino
d'origine, ma cittadino italiano, che vive in Emilia-Romagna dal
1985 e che ha legato indissolubilmente il suo nome ai trionfi
della squadra di Modena e della 'generazione di fenomeni' della
nazionale italiana degli anni novanta. Lo ha fatto con una lunga
lettera aperta, rivolta ai cittadini dell'Emilia-Romagna.
Bonaccini, scrive Velasco, "ha fatto un buon lavoro in un
momento storico difficile, tra difficoltà gravi come il
terremoto del 2012, la crisi economica internazionale, i
cambiamenti epocali in Europa e nel mondo. Tutto questo in mezzo
alle divisioni che, come sempre, hanno ferito il centro
sinistra. Se neanche quando si governa bene c'è l'appoggio dei
cittadini, è difficile che ci sia progresso e che si possano
correggere gli errori".
Velasco, che precisa di non aver intenzione di lasciare il
suo lavoro per dedicarsi alla politica, aggiunge anche che
"nella sinistra ci sono esponenti e simpatizzanti pronti a
giudicare con aria di superiorità morale e questo spesso dà
molto fastidio a chi la pensa diversamente. Ma è altrettanto
vero che Bonaccini non è uno di loro. Lui è un uomo del popolo.
Non solo perché proviene da una famiglia di lavoratori, ma
perché si occupa delle persone, le ascolta, si mette nei loro
panni".
L'Emilia-Romagna, dice Velasco, "è una delle zone più ricche
d'Europa sia economicamente sia culturalmente. Certamente i
problemi non mancano. Alcuni sicuramente sono conseguenza degli
errori delle classi dirigenti, ma altri sono globali e fanno
parte di un cambiamento troppo veloce, molte volte ingiusto e
perfino feroce. Come sempre, c'è l'avidità dei pochi a danno dei
molti. E ci sono nuovi problemi che richiedono idee originali,
concrete, coraggiose, creative e poco rigide. Fare propaganda
sfruttando ogni tipo di problema può funzionare nel breve
termine, soprattutto in campagna elettorale, ma creerà solo dei
problemi quando si tratti poi di governare. Anche se incolpare
sempre gli altri sembra funzionare, io continuo ad avere fiducia
nel fatto che le persone sappiano valutare".
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