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Assegnato un porto alla Alan Kurdi, si dirige verso Taranto

Assegnato un porto alla Alan Kurdi, si dirige verso Taranto

I 67 migranti a bordo verranno ricollocati. Il Pd: modifiche al Dl sicurezza

ROMA, 02 novembre 2019, 12:36

Redazione ANSA

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Uno sbarco di migranti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno sbarco di migranti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Uno sbarco di migranti - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' stato indicato nel porto di Taranto il luogo di sbarco per gli 88 migranti a bordo della Alan Kurdi che venerdì ha sfidato il divieto ed è entrata nelle acque territoriali italiane dove è rimasta in attesa dell'assegnazione del porto. Il Viminale in tarda serata ha reso noto che si è conclusa la procedura di ricollocazione dei migranti presenti sull'imbarcazione, attivata sulla base del pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta. La Germania e la Francia ne accoglieranno 60, il Portogallo 5 e l'Irlanda 2.

Da sette giorni in mare, quando è arrivata la notizia riguardante l'indicazione del porto di sbarco, l'imbarcazione si trovava a poche miglia dalle coste della Sicilia sud-orientale. Arriverà in Puglia presumibilmente nella giornata di sabato: a causa del maltempo, il mare in queste ore è molto mosso. Entrano quindi in campo altre regioni per evitare l'eccessiva pressione sulla Sicilia: mercoledì erano arrivati a Pozzallo 104 migranti, sbarcati dalla Ocean Viking. E ancora, la drammatica contabilità di chi paga con la vita la traversata si aggiorna con nuove vittime: giovedì notte i cadaveri di due migranti sono stati recuperati su un barchino alla deriva al largo della Sardegna. I Carabinieri ipotizzano che l'imbarcazione sia stata messa in mare da una nave madre.

Il Pd, intanto, lavora alla modifica dei Dl sicurezza. "Vogliamo recepire le indicazioni del presidente Mattarella, come ha spiegato bene anche il ministro Lamorgese. Vorremmo verificare se ci sono gli spazi anche per modifiche più incisive", ha detto il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Enrico Borghi. E si lavora anche per introdurre correttivi all'accordo firmato nel febbraio 2017 con la Libia: dem e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono in pressing per migliorare il testo contestato, non solo dalle ong, per le violazioni ai diritti umani. Occorre "rafforzare le condizioni per i migranti, migliorarle di molto sia nei centri sia nella gestione dello sbarco, quando la Guardia Costiera li salva in mare. E' un lavoro che stiamo facendo con Unhcr e Oim", ha detto Di Maio.

La Alan Kurdi ha soccorso sabato scorso 88 migranti, intervento contrastato dalla Guardia costiera libica che avrebbe usato anche le armi, ha denunciato Sea Eye. Per la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, "non siamo di fronte ad alcuna invasione: basti pensare che nel 2019 gli arrivi sono stati circa 9.600 rispetto ai 22mila di tutto il 2018". La ministra riconosce che a settembre c'è stato un aumento degli arrivi, "ma è riconducibile soprattutto all'aumento degli sbarchi autonomi".

Per il leader della Lega Matteo Salvini, invece, "il ministro dimostra di non conoscere nemmeno i dati ufficiali affermando che gli sbarchi sono aumentati solo a settembre: sono invece cresciuti sia a settembre (2.498 contro i 947 del 2018), sia ad ottobre (2.015 contro i 1.007 di un anno fa), ovvero da quando c'è lei".

Sul memorandum con la Libia, Lamorgese assicura che si lavora per modificarlo: occorre sostenere i rimpatri volontari assistiti e "vanno svuotati i centri libici attraverso i corridoi umanitari europei". Secondo Davide Faraone (Italia Viva), va avviato "un nuovo negoziato con il governo libico e con l'Europa per definire interventi umanitari che consentano un piano di evacuazione delle persone detenute nei centri governativi e un dispositivo di soccorso in mare europeo coordinato dalle ong che operano nel Mediterraneo".

Sul tavolo del governo c'è anche la modifica dei Decreti sicurezza di Salvini. Saranno 'corretti' entro fine anno, assicura Lamorgese. Intanto, Openpolis fa un bilancio ad un anno dal primo Dl, quello che ha eliminato la protezione umanitaria. I dinieghi della richiesta di asilo sono saliti all'80%, i rimpatri sono fermi e continua così a crescere il numero di irregolari: saranno 680mila entro il 2019 e supereranno i 750mila a gennaio 2021 (erano 491mila nel 2017).

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