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M5s all'attacco della stampa dopo l'assoluzione della Raggi. 'Sciacalli'

Di Stefano: 'Abolire il finanziamento pubblico all'editoria'

Con la sentenza di assoluzione della sindaca Virginia Raggi la stampa italiana torna nel mirino del M5S. I "veri colpevoli" del processo alla sindaca di Roma sono "i giornalisti" è il messaggio che i vertici del M5S lanciano sui social ad una manciata di minuti dalla sentenza. Ed è un messaggio condito da parole forti, con il vicepremier Luigi Di Maio che bolla i giornalisti come "infimi sciacalli" laddove Alessandro Di Battista si spinge oltre e dal Nicaragua affonda: "le uniche puttane qui sono proprio questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà, sono loro i veri colpevoli".

Occorre "abolire il finanziamento pubblico all'editoria", sostiene il sottosegretario agli Affari Esteri Manlio Di Stefano (M5s), commentando la vicenda che ha portato all'assoluzione di Virginia Raggi. "Troppi giornali - dice - sono ormai in chiaro conflitto di interessi e per decenni hanno preso milioni di soldi pubblici tramite le tasse dei cittadini per poi fare propaganda politica per i loro editori tesserati o proprietari di partiti politici". "Quasi tutti i giornali - afferma Di Stefano - hanno raccontato la vicenda Raggi condannandola già prima della sentenza. Ieri la sindaca di Roma è stata assolta e finalmente la macchina del fango innescata contro di lei ha avuto una battuta d'arresto, perché questa è la pazza realtà in Italia: una stampa che per anni è stata accondiscendente con chi ha commesso le peggiori nefandezze e che si risveglia solo quando governa chi non è di 'suo' gradimento". "Vogliamo una stampa indipendente e obiettiva - conclude - perché questo non è giornalismo". 

"Solidarizzo con i colleghi giornalisti che fanno bene il loro lavoro, non con chi applica pregiudizi", ha detto invece il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commentando, a margine della sua visita a Eicma, a Milano, i duri commenti nei confronti dei giornalisti da parte di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista dopo l'assoluzione della sindaca di Roma, Virginia Raggi. "Faccio il giornalista e apprezzo la libertà di pensiero e critica - ha aggiunto -, ma a volte non c'è informazione ma pregiudizio nei confronti di questo. Ma me lo tengo per me e vado avanti".

"E ti pareva che Di Maio non attaccava i giornalisti? Per lui tutti coloro che mettono in dubbio i M5s sono da crocifiggere. Rispettiamo le sentenze, ma è innegabile il naufragio di Roma. La vera sentenza per Raggi arriva dai cittadini della Capitale". Lo afferma il senatore del Pd Edoardo Patriarca.

Botta e risposta poi tra Berlusconi e Salvini il giorno dopo l'assoluzione della sindaca Viginia Raggi e le polemiche M5s contro la stampa. "C'e' un'aria di illibertà, siamo in una democrazia illiberale, anticamera della dittatura, se continua così", ha detto Silvio Berlusconi ai giornalisti arrivando al congresso dei giovani di Forza Italia a Roma, parlando del M5S al governo. "La Lega si accorgerà che non può tradire i suoi elettori e il governo cadrà. A quel punto ci sono due possibilità - ha aggiunto -: o un mandato di governo al centrodestra che cerchi i voti in parlamento per una maggioranza, oppure nuove elezioni".

"Io certe sciocchezze le lascerei dire ai burocrati di Bruxelles e ai frustrati di sinistra. Chi parla di rischio dittatura in Italia non ha ben presente che l'Italia sta bene". Lo ha detto Matteo Salvini, ministro dell'Interno e vicepremier, replicando alle parole di Silvio Berlusconi a margine della sua visita a Eicma il salone delle due ruote di Milano. "Mi dispiace che Berlusconi usi le parole che di solito usano i Renzi, le Boldrini e gli Juncker", ha concluso.

"Io vado in fondo e sto qua per 5 anni, con il 30% o con il 50%", ha detto più tardi Salvini riferendosi ai sondaggi sulla Lega. "Siamo a metà classifica come il Milan. Milioni di persone hanno fiducia in noi. Ma mai montarsi la testa quando le cose vanno bene, perché chi si loda si sbroda" ha detto Salvini. "Io ero un 'cretino' fino all'altro ieri, adesso sono diventato uno statista..." ha poi ironizzato il ministro, nel suo intervento alla scuola di formazione politica del Carroccio.

Intanto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede fa sapere a 'In 1/2 ora in più che "sicuramente ci sarà una legge sul conflitto di interessi, è una nostra priorità. Una parte riguarderà l'editoria". Bonafede ha sottolineato che "chi è padrone di un giornale e ha interessi economici rilevanti" può essere portato "a direzionare l'informazione". 

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