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Ok alla manovra. Tregua su pensioni e fisco, resta tensione M5S-Lega. Soddisfatti Salvini e Di Maio. Tria: 'Non vogliamo far saltare in aria l'Europa'

Il ministro degli Interni: "Impossibile fare di più". Il ministro del Lavoro: "Reddito-pensione cittadinanza nei primi 3 mesi"

Via libera alla manovra 2019 da parte del Consiglio dei Ministri. Il governo ha approvato anche il decreto fiscale e il decreto semplificazione. Al termine del Consiglio dei ministri, il premier, Giuseppe Conte, ha precisato che il Draft Budgetary Plan sarà inviato a Bruxelles "entro le 24, come previsto". "Manteniamo tutte le promesse, siamo molto soddisfatti, frutto di un lavoro meditato e di tanti incontri", ha aggiunto il Presidente del Consiglio

 

Anche il vicepremier, Matteo Salvini, si è detto estremamente soddisfatto, anche se stanco. "Cominciamo a mantenere gli impegni presi gradualmente ma con coraggio - ha rilevato -. Di più non so cosa avremmo potuto inserire in una manovra non fa miracoli, non moltiplica pani e pesci ma apre opportunità di lavoro per centinaia di migliaia di giovani. Dopo 137 giorni di governo c'è da essere soddisfatti di quello che abbiamo fatto". 

Nella manovra, ha affermato l'altro vicepremier, Luigi Di Maio,  "si confermano quota 100 e il reddito e la pensione di cittadinanza che partiranno nei primi tre mesi del 2019". Di Maio ha confermato anche l'aumento della tassazione sul gioco d'azzardo ("piaga sociale da combattere"). Non solo: l'anno prossimo sarà confermata 'opzione donna' per il pensionamento anticipato.

"La Logica della manovra è quella illustrata nella Nadef - ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giovanni Tria -: riflette quanto era lì contenuto sia negli obiettivi di deficit, come ovvio, che nei contenuti. I principali sono l'eliminazione dell'aumento Iva previsto nella legislazione vigente, il finanziamento del reddito di cittadinanza e della correzione della Fornero per la possibilità di andare in pensione un po' prima per superare problemi di turn over. Ci sono provvedimenti fiscali a favore soprattutto delle piccole imprese".

Tria ha anche smentito le voci su sue possibili dimissioni dopo il percorso della legge di bilancio: "Non sono portato al masochismo, di subire tutta legge di bilancio e la discussione per dimettermi dopo, smentisco, non avrebbe senso".

Tregua, dunque, ma resta alta la tensione tra Lega e M5S. Tre vertici nel giro di ventiquattrore e poco prima del Consiglio dei ministri che ha approvato la manovra da 37 miliardi, l'annuncio di aver siglato un'intesa su pensioni e fisco.

Nonostante il caos e i litigi, che hanno portato Luigi Di Maio a disertare la prima riunione della giornata, a sera gli alleati festeggiano, almeno a parole: "Questa non è una semplice manovra - scrive il leader 5S - è un Nuovo Contratto Sociale che lo Stato stipula con i cittadini"; promesse "mantenute" con "gradualità e coraggio", fa eco Matteo Salvini che a Cdm in corso posta anche un selfie per esprimere tutta la sua soddisfazione.

IL POST DI SALVINI

 

Gli alleati gialloverdi trattano per tutto il giorno per poi ritrovarsi a cedere, ciascuno, un po' di terreno: il taglio delle pensioni d'oro, rilanciato con la gran cassa dal leader 5S e che invece incontra scetticismo fra i leghisti, non sarà contenuto in un decreto legge (dunque non entrerà subito in vigore e non sfrutterà una corsia preferenziale durante l'esame alle Camere), bensì sarà inserito nella manovra facendo "incassare allo Stato un miliardo in tre anni" mentre la riforma della legge Fornero, cavallo di battaglia soprattutto di Matteo Salvini, partirà già da febbraio e non più da aprile come era stato concordato la scorsa settimana.

Su tutto, l'oggetto della discordia, la cosiddetta pace fiscale. Bisognerà attendere i dettagli per capire l'esatta portata della misura ma, secondo quanto fanno sapere fonti vicine a Luigi Di Maio, sarà prevista la "possibilità di integrare la dichiarazione dei redditi fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate con un tetto massimo di 100.000 euro". E poco dopo dalla Lega fanno sapere che "la tassazione sul maggiore imponibile Irpef dichiarato nei 5 anni precedenti sarà del 20%", fermo restando la soglia.

I 5S fanno buon viso a cattivo gioco e rivendicano di aver messo in campo norme per "aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia" nonché di aver fissato tanti paletti da rendere la misura relativamente appetibile. Sempre in tema fiscale, confermata la sanatoria anche per liti e cartelle con l'obiettivo di ridurre, dicono sempre dal governo, "moltissimo il contenzioso in Cassazione".

A testimoniare la coerenza con la linea di sempre, intransigente contro chi punta a guadagnare in 'nero', viene confermato il carcere contro chi evade. "Niente salvacondotti", assicura più volte proprio Di Maio. Il leader pentastellato a Cdm ancora in corso in un post arriva anche a citare Roosvelt: "L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura - scrive in un post - è la paura stessa".

 IL POST DI DI MAIO

 

BANKITALIA, AD AGOSTO IL DEBITO SCENDE DOPO IL RECORD DI LUGLIO

 

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