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Rai: Giorgia Meloni si schiera, voteremo per Foa

Fnsi-Usigrai a cda, su presidente violata la legge

"Il Pd ha parlato di lottizzazione sulla Rai, dopo quello che ha fatto Renzi. E' veramente ridicolo. Tacciano. Diciamo che il loro comportamento ci ha convinto a votare Marcello Foa presidente della Rai". Lo ha detto la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. "Non ho condiviso - ha aggiunto - il metodo sulla scelta di Foa, c'entra poco con il cambiamento. Ma essere sovranisti in Italia non e' reato".

Fico, Nomine? Questa legge non mi piace  - "La legge dell'ex presidente del Consiglio, votata in Parlamento, è una legge che a me non piace. E' una legge che assoggetta comunque la Rai al governo. Se l'Ad e il presidente lo scelgono il governo, al di là di qualsiasi governo, è un modo di legiferare che a me non piace. Io l'ho combattuto e infatti avevo proposto un altro tipo di legge". Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico. "Al di là del merito delle scelte - ha aggiunto - è proprio il modo che indica la legge che a me non piace".

Fnsi-Usigrai a cda, su presidente violata legge  - "L'indicazione (e, di fatto, la nomina, qualora questa divenisse efficace) da parte del governo del presidente del cda Rai si configura come una palese violazione di legge". E' quanto scrivono il segretario Usigrai, Vittorio di Trapani, e il segretario e il presidente Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, in una lettera aperta ai sette componenti del cda Rai, invitandoli a "mettere in atto tutte le azioni necessarie a tutela dell'autonomia e della indipendenza" del cda e dicendosi pronti a "attivarsi in ogni sede per l'effettivo ripristino della legalità".

Tajani, non potremo votare Foa, metodo sbagliato  - "Non potremo votare il candidato a presidente Rai indicato dal Governo. Avremmo voluto che si fosse seguito un metodo diverso". Lo ha affermato Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, incontrando la stampa a Mestre (Venezia).
'E' tutto a posto, ho sentito più volte Berlusconi, è in forma smagliante, ha solo fatto dei controlli periodici come li facciamo tutti'. Tajani ai microfoni di 'Zapping' rassicura sulle condizioni di salute di Silvio Berlusconi appena dimesso in seguito a un ricovero all'ospedale San Raffaele di Milano. Tajani conclude poi parlando delle nomine Rai ribadendo in merito alla nomina di Marcello Foa: 'Non è una questione personale ma una questione di metodo. Quando si fa parte di una coalizione non si può presentare un nome dicendo di prendere o lasciare. Non è una questione di trattative, non siamo al mercato, non si tratta di vendere posti in cambio di voti. Siamo contrari per il metodo ma vogliamo conservare questa coalizione".

Martina, mi auguro no compatto a provocazione  - "Mi auguro che tutte le opposizioni respingano la provocazione che la maggioranza ha messo in atto sulla Rai con il consiglio dei ministri di venerdì, quella non è una presidenza di garanzia ma una provocazione". Lo ha detto il segretario del Pd Maurizio Martina commentando la scelta di Marcello Foa per la presidenza della Rai. "Si possono avere opinioni differenti - ha detto Martina - sui profili ma non provocare così. Mi auguro che in commissione vigilanza tutte le opposizioni esprimano il loro no forte e chiaro".

La Lega tiene il punto su Foa. E su Matteo Salvini si scarica l'ira di Silvio Berlusconi per la gestione della vicenda presidenza Rai. A descrivere lo stato d'animo del Cavaliere sono in molti dentro il partito azzurro. Il cuore del ragionamento dell'ex premier, si racconta, sarebbe racchiuso in un concetto base: questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso nei rapporti con il Carroccio e un ulteriore cedimento trattativista di Forza Italia mostrerebbe solo "debolezza". Da qui il possibile rilancio bocciando con il voto Marcello Foa in commissione vigilanza e chiedendo subito il confronto con il leader della Lega su un altro nome che possa essere espressione di tutto il centrodestra. Per poi riprendere il filo della trattativa a più ampio spettro sulle nomine. Una possibilità che non esclude però una rottura definitiva, ragiona chi ha avuto modo di sentire il Cav nelle ultime ore, partendo dal presupposto che il Governo potrebbe avere una vita breve e caotica.

Una convinzione che accomuna Fi al Pd che analizzano, criticandole duramente, le mosse dell'esecutivo sia sui temi economici, come il decreto dignità, sia sulla delicata questione delle infrastrutture, dalla Tav all'Ilva. In giornata non ci sono stati contatti tra Berlusconi e Salvini ma in ambienti della Lega si continua a mantenere con decisione il punto sul nome di Foa, con una considerazione: suona molto strano il fatto che i forzisti votando contro in Vigilanza si schierino in questa partita con il Pd. In tale quadro, al momento abbastanza confuso, l'ala trattativista di Fi, quella più vicina alla Lega, come il governatore della Liguria Giovanni Toti, spinge per un accordo a più vasto raggio con Salvini proprio sulla Rai.

Con una intesa che consentirebbe agli azzurri di dare il loro via libera a Foa ottenendo una contropartita in termini di ruoli nell'azienda radiotelevisiva. Un punto su cui si concentrano in queste ore i forti dubbi di Berlusconi, consapevole che non si tratterebbe in ogni caso di ruoli apicali ma di seconda fascia. E ciò tenendo conto anche delle forti aspettative della Lega sulle direzioni delle testate giornalistiche e delle reti. Matteo Salvini ha ceduto sulla figura apicale ma sicuramente, stretto nel vortice delle polemiche sul presidente, farà sentire la propria voce - è la convinzione in ambienti parlamentari - quando ci sarà da indicare le altre cariche interne al servizio pubblico: al Tg1 da tempo si fa il nome di Gennaro Sangiuliano, al Tg2 si fa l'ipotesi di Alessandro Giuli, giornalista di Libero; al Tg3 potrebbe alla fine essere confermato Luca Mazzà. Si profila dunque un quadro estremamente complesso dove i 5 stelle, ottenuto l'ad, stanno al momento alla finestra, senza forzare la mano in alcun modo nello scontro tra Fi e Lega. Intanto, Foa si difende dagli attacchi che gli arrivano da destra e sinistra: "Fanno parte del gioco", dice in un colloquio con il Messaggero. "Io non ho chiesto nulla, non sono uno che briga, non ho mai frequentato un Palazzo". "Sono ancora stupito che abbiano pensato, all'unanimità, di fare il mio nome".

"Mi descrivono come Belzebù, evidentemente non mi conoscono. Sono il tipo più pacioso del mondo, un giornalista corretto, non sono abituato a offendere nessuno. Tantomeno le istituzioni", "si sta facendo un gran baccano. Ma non ci saranno problemi". "Vorrei rinnovare la Rai e riportarla al suo vecchio splendore".

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