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Eurispes: lieve miglioramento consumi, ritorno a 7 anni fa

Eurispes: lieve miglioramento consumi, ritorno a 7 anni fa

Ma tagli su acquisti, soprattutto su pasti fuori casa e viaggi. Aumentano 'esclusi' da benessere,la società dei 3/3. Lavoro sommerso genera circa 300 miliardi l'anno

ROMA, 23 maggio 2018, 15:12

Redazione ANSA

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La situazione dei consumi è in "lento miglioramento": benché nel 2017 gli italiani abbiano continuato a risparmiare su alcune spese rispetto al 2016, la serie storica elaborata dall'Eurispes dal 2010 al 2017 dimostra che gli italiani stanno tornando alla situazione di 7 anni fa. E' quanto emerge dall'indagine "Povertà, disuguaglianze e fragilità in Italia", realizzata da Eurispes e Università Mercatorum.

Nel 2017 l'80,6% ha dichiarato di aver acquistato più prodotti in saldo, l'1% in meno rispetto al 2016 e quasi 8 punti in meno rispetto al 2013, l'anno "horribilis" dei consumi. Un dato però ancora lontano da quel 68,3% del 2010.

Per l'acquisto di generi alimentari, il 69,7% ha confessato di cambiare marca di un prodotto se più conveniente: un dato leggermente in risalita rispetto al 2016 (68%), ma nettamente più basso di quello registrato nel 2013 (84,8%) e addirittura inferiore rispetto al 2010 (69,9%).

Dall'indagine emerge che nel 2017, il 70,9% ha ridotto le spese per pranzi e cene fuori casa: il 4,7% in più rispetto al 2016, quasi 16 punti in meno rispetto al 2013 e un punto e mezzo in meno rispetto al 2010. Altro dato significativo, quello relativo alla spesa per viaggi e vacanze: il 68,7% ha dichiarato nel 2017 di aver ridotto il budget (+1,6% rispetto al 2016). Nel 2013 era l'84,8% a dichiarare di aver rinunciato a viaggiare, mentre nel 2010 questa percentuale si attestava al 65,2%.

In Italia gli "esclusi" dal benessere sono negli ultimi anni aumentati e i ceti medi hanno visto erodere la loro condizione; si è così determinata "una sempre più iniqua distribuzione che fa sì che i pochi ricchi (l'1%) siano sempre più ricchi e beneficino di buona parte dei dividendi dello sviluppo, mentre la società del 99% resta a guardare". Emerge dall'indagine "Povertà, disuguaglianze e fragilità in Italia", realizzata da Eurispes e Università Mercatorum. "Si può oggi parlare di una società dei 'tre terzi'" afferma il presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara. "Un terzo - spiega - super garantito da livelli di reddito di gran lunga più elevati di quelli sperimentati nel recente passato, non solo in assoluto, ma anche se confrontati con la media e soprattutto con i redditi più bassi. Al contrario, sopravvive, a stento, il terzo degli esclusi, che non solo non si è ridotto ma che ha visto svanire la propria speranza di riscatto e confermata la condanna all'esclusione.

Ma la novità degli ultimi anni è rappresentata oggi dal terzo intermedio che si colloca fra gli altri due, avendo caratteristiche distinte dagli uni e dagli altri. Non gode di particolari privilegi e raccoglie tutti coloro che pensavano che la loro capacità di lavoro, la loro professionalità ed il loro spirito di iniziativa e di intrapresa potessero essere sufficienti a mantenerli o a farli entrare nei due terzi dei fortunati. Ma essi sono diventati tutti a rischio di povertà". Per Alberto Baldazzi, curatore dell'indagine, "i dati più recenti dimostrano che proprio in Italia gli anni della crisi hanno squilibrato, più che in altri paesi, il quadro della distribuzione della ricchezza e, conseguentemente, ampliato il rischio povertà. Esiste, dunque, una specificità tutta italiana, che ha fatto sì che le disuguaglianze si siano acuite, la qual cosa inevitabilmente contrasta l'ottimismo di chi brinda ai dati in ripresa, e introduce la macabra prospettiva di uno sviluppo senza equità".  

Lavoro sommerso genera circa 300 miliardi l'anno - Il flusso di denaro generato in Italia dal lavoro sommerso si attesta a 300 miliardi di euro; mentre sono almeno 6 milioni i doppiolavoristi tra i dipendenti e 600mila gli immigrati con regolare permesso di soggiorno che lavorano in nero. Sono alcune delle stime che emergono dall'indagine "Povertà, disuguaglianze e fragilità in Italia", realizzata da Eurispes e Università Mercatorum. "L'economia sommersa - viene sostenuto - può essere definita una sorta di 'camera iperbarica' che ha permesso a numerosi soggetti produttivi di riprendere fiato e sopravvivere nel corso del lungo periodo di crisi".

L'Eurispes ha calcolato che l'economia sommersa in Italia abbia generato, a partire dal 2007, almeno 549 miliardi di euro l'anno. Un fenomeno che coinvolge tutti i settori, dall'agricoltura ai servizi, all'industria, nelle forme del lavoro nero continuativo, del doppio lavoro, del lavoro nero saltuario. Secondo l'Eurispes, il 54,5% dell'economia non osservata è rappresentato dal lavoro sommerso, il 28,4% dall'evasione fiscale da parte di aziende e imprese, il 16,9% dalla cosiddetta economia informale. Secondo le stime Eurispes inoltre, ai 300 miliardi derivanti dal lavoro sommerso, si devono aggiungere 156 miliardi di euro di sommerso generati dalle imprese italiane. È stato possibile stimare questo dato - viene spiegato nell'indagine - basandosi sulle operazioni condotte, a partire dal 2007, dalla Guardia di Finanza: su oltre 700mila controlli effettuati, sono stati riscontrati 27 miliardi di euro di base imponibile sottratta al fisco.

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