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L'analisi/ 2 aprile: Colle va a verifica intenzioni M5s-Lega, se c'è accordo si lavori

Due i nodi: la premiership e la figura di Silvio Berlusconi invisa all'M5s

di Fabrizio Finzi ROMA

"Il primo giro di consultazioni è come il calcio d'agosto", spiega un deputato Dem di lunga data. E come il calcio d'agosto le consultazioni che iniziano mercoledì saranno un allenamento per un campionato che inizia subito dopo. Sergio Mattarella è consapevole che in questa prima fase sarà difficile "stanare" le forze politiche dai bunker dove sono entrate sin dal 4 marzo e al Quirinale ci si prepara a un lavoro lungo e paziente. Mettendo in preventivo anche una pausa di riflessione e un secondo giro di consultazioni. Ed escludendo incarichi o pre-incarichi a chicchessia alla fine di questi primi incontri. Ma dal calcio d'agosto si intuisce quale squadra sarà.

Quindi le prove d'intesa tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini finora palesate sui giornali andranno verificate al Quirinale, anche se è chiaro che non si potrà entrare nei dettagli già questa settimana. La missione delle consultazioni è capire se i due leader hanno metabolizzato la possibilità di un accordo. Questo sarebbe già un primo passo importante, considerata la forza parlamentare dei due gruppi. Ovvio che il Quirinale non abbia alcun pregiudizio su un'intesa che sulla carta è decisamente la più forte e potrebbe permettere, con programmi limati e concordati, un governo di legislatura. Questo è quindi l'obiettivo minimo di Mattarella al momento.

Al Quirinale saliranno in soli due giorni tutti i gruppi parlamentari ma l'attenzione sarà focalizzata su Lega e Cinque stelle che al presidente dovranno esplicitare il loro percorso mentale. Ove fosse confermato il quadro di massima, solo dopo si andrebbero ad affrontare gli ostacoli disseminati sul cammino. Che sono sostanzialmente due e certamente rimovibili, ad avviso del Colle: il nodo della premiership rivendicata sia da Salvini che da Di Maio e la figura di Silvio Berlusconi invisa all'M5s.

Impossibile ad oggi prevedere le scelte del presidente che si muove con distanza costituzionale e logica lineare: in questa fase spetta alle forze politiche che non hanno una maggioranza autonoma almeno indicare con chi vogliono allearsi. Forze politiche che, tra l'altro, chiedono loro stesse a Mattarella di non correre. Chiedono tempo per far decantare le rigidità elettorali, per affrontare e chiudere alcuni conti interni. Soprattutto il Pd che resta marginale al dibattito di questi giorni, sempre più lacerato da riflessioni esistenziali sul proprio futuro.

Ma c'è anche Matteo Salvini che non ha fretta e prosegue la campagna elettorale: il segretario della Lega avrebbe chiesto un rallentamento, sia per gestire al meglio i rapporti di forza interni al centrodestra (tradotto, il ruolo di Berlusconi in un esecutivo a trazione M5s-Lega), sia per chiudere trionfalmente la sua marcia elettorale vincendo le regionali in Friuli Venezia Giulia che si svolgono il 29 aprile. Possibile quindi che questo aprile possa passare in trattative e consultazioni.

La conferma viene anche dalla possibilità di uno slittamento dell'attesissimo faccia a faccia tra Salvini e Di Maio a dopo questo primo giro di consultazioni. Il che significa che le parti si presenteranno a Mattarella con i consueti veti incrociati e che il presidente possa decidere di rivederli. Non è escluso che il capo dello Stato alla fine delle consultazioni possa spiegare lui stesso perchè sia necessario rivedere le forze politiche accompagnando il tutto con un invito a tradurre le parole in fatti.

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