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Giorno Memoria, Boldrini: 'Chiudere le pagine Facebook che inneggiano a fascismo e nazismo'

Lo ha detto la presidente della Camera al convegno "Perseguitati per Legge - 1938, ottant'anni fa le leggi razziali"

"I siti e le pagine di Facebook, che aumentano continuamente, che inneggiano al fascismo e al nazismo vanno chiuse. Sono le pagine della vergogna". Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini, nel corso del convegno "Perseguitati per Legge - 1938, ottant'anni fa le leggi razziali", organizzato a Montecitorio con l'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), in occasione del Giorno della Memoria. "Ho anche scritto a Zuckerberg per sottolineare quanto questa non sia una dimensione sostenibile con una democrazia", aggiunge.

Organizzato dalla Presidente Laura Boldrini in collaborazione con l'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), in occasione del Giorno della Memoria, l'evento vuole tenere vivo il ricordo di quanto accaduto nel nostro Paese con l'approvazione delle leggi razziali, votate nel '38 dalla Camera dei Deputati. Quella Camera che nella stessa seduta con la quale approvò le leggi razziali, cambiò natura per divenire la Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Le leggi razziali privarono i cittadini di origine ebraica dei diritti fondamentali. Ed il senso di questa giornata alla Camera è proprio ricordare gli effetti pesanti che ebbero sulla società civile.

Ricordarli grazie alle testimonianze di chi quelle leggi le ha vissute sulla propria pelle, come Mirella Fiorentini, oggi novantenne, alla quale fu impedito di iscriversi al liceo Mamiani di Roma, o come Bianca Bosco Tedeschini che ricorderà cosa provò quando venne espulsa la sua compagna di classe. A prendere la parola saranno anche gli studenti di oggi, che leggeranno i racconti di chi allora fu costretto a lasciare la propria occupazione: impiegati, musicisti, e insegnanti.

"Le leggi razziali - ha detto la Boldrini in precedenza su Radio 1 - approvate dal Parlamento italiano rappresentano una gravissima vergogna che ci portiamo dietro: non esiste un fascismo buono, poi rovinato da altri", ha detto la Presidente della Camera, Laura Boldrini, su Radio Rai 1, nel giorno in cui alla Camera si terrà un incontro in memoria dell'approvazione di quelle leggi, di 80 anni fa. "Il concetto di razza è sempre stato una cosa nefasta, dovrebbe essere archiviato per sempre. Pericoloso che se ne riparli", ha aggiunto Boldrini.

"La razza non esiste, siamo tutti di una sola razza, quella umana il patrimonio genetico è lo stesso. La razza è una malattia che colpisce i bianchi e fa fuori gli altri, diceva Einstein. Un concetto che va estirpato dalla nostra vita". "Sono felice - ha aggiunto - che il Parlamento avrà tra i suoi membri una figura così forte come Liliana Segre, in grado di far capire ai giovani di stare lontani da questa trappola d'odio. Non bisogna più chiudere gli occhi, è un problema serio - ha concluso - che va affrontato".

Organizzato dalla Presidente Laura Boldrini in collaborazione con l'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), in occasione del Giorno della Memoria, l'evento vuole tenere vivo il ricordo di quanto accaduto nel nostro Paese con l'approvazione delle leggi razziali, votate nel '38 dalla Camera dei Deputati. Quella Camera che nella stessa seduta con la quale approvò le leggi razziali, cambiò natura per divenire la Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Le leggi razziali privarono i cittadini di origine ebraica dei diritti fondamentali. Ed il senso di questa giornata alla Camera è proprio ricordare gli effetti pesanti che ebbero sulla società civile.

Ricordarli grazie alle testimonianze di chi quelle leggi le ha vissute sulla propria pelle, come Mirella Fiorentini, oggi novantenne, alla quale fu impedito di iscriversi al liceo Mamiani di Roma, o come Bianca Bosco Tedeschini che ricorderà cosa provò quando venne espulsa la sua compagna di classe. A prendere la parola saranno anche gli studenti di oggi, che leggeranno i racconti di chi allora fu costretto a lasciare la propria occupazione: impiegati, musicisti, e insegnanti.

 

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