"Oggi essere di sinistra vuol dire cercare una crescita inclusiva e sostenibile, che sia condivisa con gli strati più deboli della società e che duri nel tempo.
Dunque ci vuole impegno per chi è debole oggi ma anche per chi potrebbe essere debole domani, cioè le generazioni future". Lo afferma a Repubblica, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che insiste: "La voce di spesa pubblica per le pensioni è quella che più è aumentata negli ultimi anni, mentre altre voci sono scese. Le pensioni non sono quelle che hanno sofferto di più, mentre la disoccupazione giovanile resta troppo alta.
Per i giovani bisogna fare di più, sempre di più". Sui 300 milioni previsti dalla legge di bilancio per l'occupazione giovanile, Padoan fa sapere: "Mi sarebbe piaciuto fare di più, ma con le risorse che avevamo a disposizione abbiamo fatto uno sforzo notevole. Le cifre per gli sgravi contributivi sulle assunzioni stabili dei giovani, sono rilevanti: 323 milioni il primo anno, che salgono a quasi 800 milioni nel secondo e a 1,2 miliardi il terzo anno. E l'agevolazione è potenziata per le assunzioni nel Mezzogiorno.
Tra le altre misure sottolineo quelle per le assunzioni dei giovani ricercatori". Padoan fa poi un bilancio sulla fine della legislatura: "Oggi c'è un'Italia che si è lasciata alle spalle i timori legati alla fragilità del sistema bancario, dove il debito ha smesso di crescere, ci sono un milione di occupati in più, la fiducia di imprese e famiglie è molto più solida. Dunque un'Italia che rappresenta una buona piattaforma di lancio per una nuova stagione di riforme". "C'è da fare in modo più deciso - aggiunge - la riforma della scuola e della pubblica amministrazione. Vedo come campo di azione un nuovo slancio dell'economia italiana verso l'innovazione e la tecnologia. E poi serve un vero rilancio degli investimenti pubblici: le risorse ci sono, ma bisogna rinnovare radicalmente il meccanismo amministrativo".
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