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M5S si riprende piazza anti-casta, ma Grillo dà forfait

M5S si riprende piazza anti-casta, ma Grillo dà forfait

Garante lascia palco a Di Maio. "Guerra papà" Renzi-Di Battista

ROMA, 13 ottobre 2017, 09:38

di Michele Esposito

ANSACheck

La manifestazione di protesta del M5S - RIPRODUZIONE RISERVATA

La manifestazione di protesta del M5S - RIPRODUZIONE RISERVATA
La manifestazione di protesta del M5S - RIPRODUZIONE RISERVATA

Aula e piazza, un doppio proscenio per riprendere il filo anti-establishment ma senza arrivare all'impulsivita' degli esordi: il M5S, in vista dell'ok al Rosatellum bis, mette da parte i veleni interni e, per 48 ore, segue il binario unico della protesta. In ballo c'e' una legge elettorale che rischia di decapitare le speranze di vittoria del Movimento. "Se verra' approvata sara' un punto di rottura", avvertono i vertici del Movimento mentre i deputati si alternano sul palco davanti a Montecitorio tornando ai vecchi e cari slogan anti-casta. Certo, per il secondo giorno consecutivo la piazza non può vantare gli stessi numeri della prima giornata di proteste.

Nello spazio antistante Montecitorio si contano, nel primo pomeriggio, più di 300 persone contro le oltre 500 radunate ieri. Con il passare del tempo e l'incedere del freddo, in tanti riprendono la via di casa. E chissà se non sia anche questo il motivo del forfait di Beppe Grillo che, dopo una lunghissima attesa da parte dei militanti, in tarda serata decide di disertare la piazza. Il Garante M5S arriva di prima mattina a Roma portando sulle spalle un piede nudo finto (con tanto di gamba fino al ginocchio).

In tanti si aspettano qualche "trovata" in piazza, ma poi restano delusi. Fonti del M5S spiegano l'assenza di Grillo con "valutazioni personali" emerse, tra l'altro, anche dopo i servizi tv sulla legge elettorale e la protesta M5S visti da Grillo nel corso della giornata. Ma la scelta di Grillo ha molto probabilmente anche un sottofondo politico: la conferma del suo "passo di lato" e del crescente spazio concesso ai "giovani" e, in particolare, al neo-leader Luigi Di Maio che, dopo essere intervenuto in Aula, chiude la protesta sul palco assieme a tutti big del gruppo parlamentare, incluso quel Roberto Fico con il quale, complice la battaglia anti-Rosatellum, i rapporti sembrano essere meno freddi. "Non si ferma il corso della storia con una legge", è l'incitazione di Di Maio alla piazza, alla quale annuncia proteste al Senato e, se il Rosatellum sarà approvato, anche al Colle. Per tutta la giornata, invece, il M5S cerca di calibrare gli interventi dentro e fuori Montecitorio. Nel primo pomeriggio - quando in Aula serve la presenza dei deputati - sono infatti i senatori a salire sul palco. Stefano Lucidi scalda la piazza elencando "i dinosauri della politica" mentre, poco dopo, tocca alla sindaca di Roma Virginia Raggi "vestirsi" da militante e unirsi alla protesta tra gli applausi dei manifestanti. "Non si cambiano le regole del gioco, e' vergognoso", sottolinea la sindaca.

Poi e' Di Battista a prendersi il palco contro "una legge infame" che, a suo parere, non fermerà il Movimento: "noi siamo come una goccia che distrugge la roccia, non molliamo", urla Di Battista tra gli applausi. E il Dibba evoca "un dualismo" tra suo padre e quello di Matteo Renzi. "Sono fiero di mio padre, c'e' chi come padre ha Tiziano, io ho uno che a 73 anni non ha mai mollato", sottolinea parlando di papa' Vittorio che, ieri, per difendere il figlio fischiato dai forconi, si e' scagliato contro il leader di questi ultimi, Pappalardo. "Non penso volesse picchiarlo, forse voleva dargli una carezza", spiega Dibba oggi. Passano le ore e gli interventi in Aula, scende la sera, in Aula aumentano le tensioni con il M5S in trincea contro la norma salva-Verdini: la piazza, pian piano, perde pezzi ma non entusiasmo. Anche perche' sullo schermo vengono proiettate le dichiarazioni di voto finale. Fischi e cori da stadio (da "vergogna" a "buffone") danno il benvenuto gli interventi di Ap, FI e Pd (con Ettore Rosato accolto anche dal segno delle corna) mentre una vera propria ovazione segna la dichiarazione di voto di Luigi Di Maio. "La storia non vi assolvera'", scandisce in Aula il candidato premier sottolineando uno degli effetti collaterali del Rosatellum: l'allontanamento dalla Lega "venduta che favorisce chi ha finto di contrastare".
   

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