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Tortura: Il Senato approva il ddl con 195 sì e 8 no, torna alla Camera

Tortura: Il Senato approva il ddl con 195 sì e 8 no, torna alla Camera

Da quasi trent'anni l'Italia si deve 'mettere in regola' introducendo il reato

ROMA, 17 maggio 2017, 13:30

Redazione ANSA

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Un giovane fermato al G8 di Genova in una foto d 'archivio del luglio 2001 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un giovane fermato al G8 di Genova in una foto d 'archivio del luglio 2001 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un giovane fermato al G8 di Genova in una foto d 'archivio del luglio 2001 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il disegno di legge che punta ad introdurre il reato di tortura nell'ordinamento italiano riceve il via libera dal Senato con 195 sì, 8 no e 34 astenuti. 

Non ha partecipato al voto il presidente della Commissione per i diritti umani e primo firmatario del disegno di legge, Luigi Manconi. "Il primo giorno della legislatura - ha spiegato - il 15 marzo del 2013, presentai un ddl sulla tortura. Quanto accaduto in questi anni è stato lo stravolgimento di quel testo che ricalcava lo spirito profondo che aveva animato le Convenzioni e i trattati internazionali sul tema".

E Giovanardi cita Aldrovandi - Bisogna fare attenzione a dire, "come è stato fatto per alcuni casi importanti, che è tortura bloccare pancia terra una persona fermata e mettergli le manette". Lo dice in Aula il senatore Carlo Giovanardi intervenendo sul Ddl che introduce il reato di tortura. Il parlamentare ricorda: "gli eroici carabinieri che davanti a Palazzo Chigi hanno fermato Prietti quando ha sparato al carabiniere e, invece di sparargli, gli sono saltati addosso, lo hanno buttato per terra e c'è la foto del carabiniere che è a cavalcioni della persona che ha tentato di uccidere il carabiniere e gli mette le manette dietro la schiena, ebbene in altri casi, come quello di Aldrovandi, questo è stato definito una tortura". "Inoltre, - prosegue - se quello che ha sparato ed è stato bloccato avesse avuto un infarto, secondo il disegno di legge in esame quel carabiniere sarebbe andato all'ergastolo.

Il provvedimento, che era già stato approvato dal Senato una prima volta il 5 marzo del 2014, poi dalla Camera il 9 aprile del 2015, torna ora a Montecitorio perché nuovamente modificato.

Piuttosto travagliato - dunque - l'iter del provvedimento: arrivato in commissione Giustizia del Senato il 22 luglio 2013, venne votato dall'Assemblea di Palazzo Madama il 5 marzo 2014. Trasmesso poi alla Camera, e' rimasto in commissione, dove ha subito modifiche, dal 6 maggio 2014 sino al 19 marzo 2015 ed è stato ripreso in mano e approvato con modifiche anche dopo la sentenza della Corte di Strasburgo sulla perquisizione alla scuola Diaz durante il G8 di Genova che fu considerato tortura. Trasmesso al Senato è stato modificato durante la discussione in commissione Giustizia e dovrà, dunque, una volta ri-approvato da Palazzo Madama tornare ancora alla Camera.

Piu' volte rimaneggiato e spesso oggetto di divisioni anche all'interno della stessa maggioranza, il testo introduce di fatto il reato di tortura nell'ordinamento italiano.

Il vero nodo del provvedimento è la possibilità che si vada a configurare un reato contro le forze dell'ordine.  In commissione Giustizia al Senato sono stati approvati una serie di emendamenti con i quali si ritorna in parte alla impostazione originaria approvata dal Senato, a partire dalla riduzione delle pene.

Nel nuovo testo si 'contestualizza' cio' che fa scattare la pena dei dieci anni: viene introdotto il termine 'reiterate violenze' l'agire 'con crudelta'' e il 'verificabile trauma psichico'. Sul punto relativo alle forze dell'ordine, torna la dicitura originale del Senato. Nel testo della Camera era stato specificato: "Se i fatti sono commessi da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso di poteri o in violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio si applica la pena della reclusione da cinque a quindici anni".

E' da quasi trent'anni, che in Parlamento esistono proposte di legge per l'introduzione del reato di tortura nella legislazione italiana. La prima sul tema, a firma del senatore Nereo Battello del Pci, risale addirittura al 1989 l'anno dopo la ratifica dell'Italia della Convenzione dei diritti umani contro la tortura del 1984.

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