"Siccome diamo 20 miliardi all'Europa e ne prendiamo indietro 12, io per tre anni gliel'ho detto con le buone; adesso, e devo dire che il governo Gentiloni ha adottato questa linea, è molto semplice risolvere il problema: voi non mantenete l'impegno sui migranti? Benissimo, e noi non manteniamo l'impegno sui soldi". Lo ha detto Matteo Renzi, parlando ad una manifestazione pubblica a Cavriglia. In Francia sono tutti entusiasti e ottimisti per la vittoria di Macron, tutti noi lo siamo e anch'io lo sono, però l'Europa deve cambiare, l'Europa non può continuare così, l'Europa non può continuare sull'immigrazione a fare grandi discorsi e poi lasciare l'Italia da sola", ha aggiunto. "L'Europa non può continuare a fare grandi discorsi sulla politica economica e poi di austerity si muore, l'Europa - ha proseguito Renzi - non può continuare a dire noi siamo preoccupati per la sicurezza e poi nelle periferie di Bruxelles o di Parigi crescono i terroristi". "Prendiamo i soldi dei fondi europei - ha sottolineato Renzi che venerdì prossimo sarà a Bruxelles - e facciamo un piano per le periferie, per portarci luoghi di socialità e aggregazione".
Corte conti Ue, in Italia necessari 6 hotspot - "Solo quattro dei sei hotspot previsti in Italia sono operativi e la Corte dei conti europea insiste sulla necessità dell'apertura degli ultimi due" per far fronte ai flussi migratori. Emerge da una relazione della Corte dei conti europea sugli hotspot in Italia e Grecia, presentata da Gustaf Wessberg, direttore dell'audit. Secondo la Corte, il sistema basato sugli hotspot "ha contribuito a migliorare la gestione dei flussi migratori nei due Paesi in prima linea", ma restano "situazioni critiche" da risolvere. Secondo la Corte dei Conti europea, il sistema basato sui punti di crisi "ha migliorato il tasso di registrazione e di rilevamento delle impronte digitali dei migranti in arrivo", che in Italia è al 97%. Ma il funzionamento degli hotspot è danneggiato da colli di bottiglia nelle procedure di follow-up, dai ricollocamenti e ai rimpatri. Se "il principale problema iniziale per il sistema dei ricollocamenti è stato trovare candidati ammissibili interessati a parteciparvi - si legge nella relazione - attualmente, uno dei principali colli di bottiglia è costituito dai pochi impegni" ad accogliere "dei Paesi membri". Un altro collo di bottiglia - si spiega - è "causato dal basso tasso di attuazione delle decisioni di rimpatrio che, stando ai dati forniti dalle autorità italiane, è inferiore al 20%". "Stante il costante elevato numero di arrivi di migranti, e dati i colli di bottiglia esistenti in relazione al limitato 'deflusso' di migranti tramite ricollocamenti e rimpatri - si evidenzia - nelle strutture di accoglienza per richiedenti asilo italiane potrebbe sorgere nel prossimo futuro un problema di capienza".