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Speranza: Gentiloni tema Renzi, non noi

Ci ho creduto sino in fondo che si evitasse la rottura, Matteo passerà alla storia come il segretario che ha spaccato il partito democratico

"Renzi è un tema, noi un altro. Gentiloni - sottolinea Roberto Speranza, uno dei leader di Democratici e progressisti a L'intervista' di Maria Latella su SkyTg24 - deve aver paura di Renzi non di Speranza. Noi cercheremo di portare nell'agenda i temi sociali ma non faremo mancare il nostro appoggio. Noi - sostiene - faremo battaglie sociali - aggiunge - ma Gentiloni non deve aver paura di noi, mentre Renzi ha un atteggiamento ambiguo. La corsa verso il voto è un tentativo di rilegittimare la sua leadership indebolita. Noi vogliamo provare a entrare nel merito dei provvedimenti e a migliorarli.  A me - dice ancora Speranza - non interessa il gioco delle figurine a cui si ridurrà il congresso del Pd. A me interessa dare risposte alla gente e recuperare l'elettorato che ci ha abbandonato. Io ho deciso di non candidarmi al congresso del Pd - aggiunge - perché si tratterà solo di cercare un plebiscito per il capo, dopo quello del referendum che ha perso. Si tenterà solo di rilegittimare Renzi che probabilmente lo rivincerà. Il Congresso - prosegue - non nasce nel modo migliore. Noi lo avevamo chiesto per cambiare e discutere una linea politica. Alla fine è stato ridotto solo al tentativo di rilegittimare il capo.  Sono tre - ricorda Speranza - i segretari del Pd che si sono dimessi: Veltroni, Bersani e Renzi. Per i primi due è stato un gesto di enorme generosità. Fecero un passo indietro par salvare la comunità. Le dimissioni di Renzi, invece, sono state un atto di egoismo. Lui non si è messo di lato come fecero loro. Anzi, probabilmente rivincerà il congresso e spaccherà ancora di più il partito. A lui importa poco che la comunità si spacchi o meno". 

"Arriverà un giorno in cui finalmente metteranno da parte l'odio personale e ci racconteranno che cosa pensano dell'Italia e non solo perché odiano Matteo Renzi. Attendiamo fiduciosi". Così il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini replica alle affermazioni dell'ex deputato Pd Roberto Speranza secondo il quale alla scissione del partito si sarebbe arrivati per colpa di Renzi.

Strali intanto di Speranza contro il viaggio in USA di Renzi mentre la scissione si consumava: "Più che un viaggio, quello di Renzi mi sembra una fuga, una fuga dalle responsabilità. Il Pd è imploso e lui ha deciso di infischiarsene. Poi anche la scelta della California non si capisce. Oggi in California ci sono poche aziende finanziarie che portano il lavoro fuori dagli Stati Uniti. Anche qui occorre riflettere: non possiamo imitare modelli che non hanno funzionato".

Critiche anche alle proposte sul lavoro esposte oggi da Renzi in un' intervista a "Il Messaggero": "Il problema - ha detto - sono i 1000 giorni del suo governo. Renzi ha voluto raccontare un'Italia fuori dalla crisi mentre non era così. Se continui a dire che il lavoro c'è e poi 4 giovani su 10 sono senza lavoro, quei ragazzi ti seguiranno o percepiranno che sei più lontano. La comunicazione conta ma la realtà conta di più. Il campo del centrosinistra - per Speranza - potrebbe essere più forte. Ci sono molti elettori che ora non sono più disponibili a votare un Pd a trazione renziana. Molti non hanno capito il suo atteggiamento, oltre che sul lavoro e la scuola, anche sul referendum delle trivelle. Molti non si fidano più del Pd di Renzi. Serve una forza che segni la discontinuità con lui per limitare l'avanzata dei populismi".

Sulla possibilità che Dp riesca a parlare a un gran numero di elettori del centro sinistra Speranza non ha dubbi e cita a questo proposito anche un sondaggio de "Il Corriere della Sera" che dava la nuova forza oltre il 9%. "Ma il punto sono le fratture che si sono consumate in questi anni. Una parte dell'elettorato si sente orfano. Gli insegnanti, ad esempio - ricorda - hanno fatto il più grande sciopero della storia della Repubblica" contro la legge del governo Renzi. "E un grande soggetto plurale del centrosinistra che recuperi i valori di quel mondo - prosegue - non c'entra con la "cosa rossa". Noi vogliamo ripartire dalla Costituzione. A cominciare dall' articolo 1, quello sul lavoro".

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