Restano agitate le acque nei radicali dopo l''avviso di sfratto' dalla storica sede di via di Torre Argentina ai Radicali italiani di Emma Bonino e Riccardo Magi. Emma Bonino si dice addolorata da quanto sta accadendo. "Questa spaccatura - sottolinea - mi provoca profondo dolore: spero ancora che sia recuperabile. Dal punto di vista politico mi sembra incomprensibile. Esiste uno spazio politico comune, sempre che uno non dica 'io sono l'erede di Pannella e gli altri sono traditori'".
Chi parla di espulsioni e sfratti è "in malafede" e quanto a Emma Bonino "sono diversi anni che non frequenta" il partito. E' quanto sostiene Maurizio Turco, rappresentante legale del Partito Radicale, commentando il documento, a prima firma Riccardo Magi (segretario di Radicali Italiani), e le dichiarazioni dell'ex ministro degli Esteri. Per quanto riguarda il documento, Turco obietta: "Fatta eccezione per uno dei firmatari del testo in questione, tutti gli altri, in quanto iscritti al Partito Radicale, sono intervenuti al 40/o Congresso del Partito radicale convocato nel carcere romano di Rebibbia lo scorso settembre e tutti loro hanno presentato una mozione respinta dai 2/3 dei votanti. Successivamente, i Congressi delle associazioni, che li hanno eletti quali dirigenti, hanno stigmatizzato le scelte del Congresso del Partito Radicale. Questi fatti, uniti al titolo 'Per la continuità e la forza delle nostre lotte radicali', smentiscono la teoria dell'espulsione e dello sfratto, a cui giornalisti e giornali compiacenti hanno dato voce e credibilità; al contrario, oggi è evidente - ma lo era già da diversi anni - la rivendicazione dell'autonomia delle 'loro' lotte che sono diverse da quelle deliberate dal Congresso del Partito Radicale, e concorrenziali alla campagna di iscrizione del Partito Radicale stesso, che, se non raggiunge i 3000 iscritti entro 2017, chiude".
Intanto in una lunga nota Radicali Italiani attacca la cancellazione dagli organi costituenti. "Gli organi responsabili di Radicali Italiani - si legge - Associazione Luca Coscioni, Certi Diritti e il Segretario di Non c'è Pace senza Giustizia si sono riuniti - si legge in una lunga nota - per dare una risposta comune alla lettera con la quale si è di fatto annunciato il loro sfratto dalla sede del Partito Radicale, come atto conclusivo e simbolico di una scelta politica che tende a negare ai quattro soggetti politici e ai loro dirigenti, militanti e iscritti, ogni legittimità radicale e ad espellerli definitivamente dalla politica e dalla storia del partito attraverso la sospensione dello Statuto e la cancellazione, fuori da ogni regola, dello status di Soggetti costituenti del Partito radicale".