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Il Pd propone il Mattarellum. Renzi, no a una resa dei conti al prossimo Congresso

Analisi del voto da parte dell'ex premier nel primo confronto dopo la sconfitta al referendum. "Abbiamo straperso al Sud e tra i giovani".

Sì al Mattarellum per andare al voto e a una legge che cambi le norme sui voucher. Lo ha detto Guglielmo Epifani, intervenendo all'Assemblea nazionale del Pd a nome della minoranza. "Sul Mattarellum - ha detto - tutto il Pd si può ritrovare. Facciamo commissione, un luogo in cui tutto il partito partecipi. Sulle regole se è giusto cercare la convergenza con altri figuriamoci come è giusto trovare quella al nostro interno". Ma la proposta del Mattarellum vede anche i dubbi di qualcuno.

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"Non ero contro l'Italicum perché apriva una deriva autoritaria ma perché ritenevo che in un sistema tripolare" sarebbe nato un tema di rappresentanza della maggioranza. "Nessuno vuole tornare al proporzionale puro ma mi chiedo se basta rispolverare il modello di maggioritario muscolare". Lo dice Andrea Orlando al Pd commentando la proposta di Mattarellum. Il dubbio è la divisione tra "chi si porta sulle spalle la difesa del sistema e chi vive di contestazione del sistema: tutti si assumano un pezzo di responsabilità". E, sul tema congresso, c'è chi va all'attacco. "Esprimo solidarietà umana a Matteo Renzi ma, con la stessa sincerità, dico che serve una guida diversa al Pd", dice Gianni Cuperlo.

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Prima riunione dell'assemblea del Pd dopo l'esito del voto referenadario, le dimissioni di Renzi e la nascita del governo Gentiloni. Matteo Renzi torna sul palco e, dopo essere stato accolto da una standing ovation, pur ammettendo la sconfitta, rivendica quanto fatto dal governo. Renzi rimanda lo scontro congressuale e sulla legge elettorale rilancia il Mattarellum. Dure le critiche al Movimento cinque stelle. Le reazioni sia interne al partito che delle opposizioni sono dure. 

LA SCONFITTA - "Non abbiamo perso, abbiamo straperso" il referendum costituzionale. "E chi fa giri pindarici per dire che abbiamo preso un sacco di voti dice la verità, ma non dice che il 41% è una sconfitta netta. Sognavo di prendere 13 milioni di voti, ne abbiamo presi 13 e mezzo ma la straordinaria partecipazione ha portato a non far bastare quei 13 milioni e mezzo di voti". "Abbiamo perso il referendum ma era giusto provarci, è stato giusto prenderne atto, ora è giusto rimettersi in cammino non come singoli ma come comunità. E io per primo devo assumendomi la responsabilità di dire che c'è più bisogno di noi che di io". "Saldamente aggrappati all'Italia, ripartiamo da qui. Ho avuto voglia di mollare e non sarei umano se non lo dicessi. Ma il patto tra noi è che nessuno qui ha il diritto di abbandonare il proprio posto di guardia come sentinella e riprendere il Paese". Ma aggiunge Renzi: "Abbiamo fatto riforme molto profonde; se due ragazzi si amano e, indipendentemente dall'orientamento sessuale, ora possono vivere insieme è grazie a una riforma del Pd". "Queste riforme non puzzano, segnano la grandezza del Pd". Ora, però, ha osservato: "Eravamo a un passo dalla Terza Repubblica e invece rischiamo di tornare alla Prima, senza la qualità della classe dirigente della Prima Repubblica". "L'errore principale non è nemmeno la personalizzazione. Se il 59% è un voto politico, il 41 non è il voto dei giovani costituzionalisti. Il mio errore è stato non aver capito che il valore del referendum era nella politicizzazione, non nella la personalizzazione. Ma allora il 41% è il partito piu' forte che c'è in Italia e l'unica speranza".

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IL PARTITO E IL CONGRESSO - "Il congresso sarebbe stata la scelta migliore per ripartire all'interno del Pd, dal giorno dopo ho pensato al congresso. Ma la prima regola del nuovo corso deve essere ascoltare di più, io per primo. Ho accettato i suggerimenti di chi ha chiesto di non fare del congresso il luogo dello scontro del partito sulla pelle del Paese e non piegare alle esigenze che sentivo le regole, non piegarle a nostro vantaggio". "Faremo il congresso nei tempi, non come resa dei conti", aggiunge.  "La segreteria del partito è stata una mia mancanza. Da mercoledì prossimo tornerò a convocarla". "C'è più bisogno di 'noi' - ha anche detto - che di 'io' e di una gestione che coinvolga la nostra comunità". 

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IL VOTO E LA LEGGE ELETTORALE - "Alle altre forze politiche chiediamo di non fare melina sulla legge elettorale. Abbiamo messo la fiducia sull'Italicum per chiuderla, perché sono venti anni che non si chiude. Vogliamo l'ultima occasione di maggioritario o scivoliamo verso il proporzionale? Vi propongo di andare a guardare le carte sull'unica proposta che ha la possibilità in tempo breve, che ha visto vincere centrosinistra e centrodestra, ha visto vincere l'Ulivo di Prodi e porta il nome di Mattarella. Andiamo a vedere, il Pd c'è". "Stiamo andando al voto, non sappiamo quando e non è importante nemmeno sapere la questione. In questo momento chi ha paura di votare sono gli altri. Perché per loro va benissimo agitare la bandierina del 59% ma se li metti in una competizione elettorale come partito non possono più lamentarsi, devono iniziare a dire cosa pensano. Dicono che si deve andare a votare ma ne hanno una paura matta".

GLI AVVERSARI M5S - "Qui a Roma voglio dire che la politica non è l'indicazione delle cose che non vanno, l'urlo di chi dice No e non propone un'alternativa. Se si fa così politica, il Paese non va da nessuna parte, si blocca il Paese. Se per bloccare la corruzione si bloccano le Olimpiadi, si blocca la propria città. E forse per bloccare la corruzione bisognerebbe scegliere meglio i collaboratori". "Agli amici di M5s potremmo proporre questo patto: smettete di dire bufale sul Web e noi non diremo la verità su di voi, e cioè che siete una azienda privata che firma contratti con gli amministratori. Lo diremo alle prossime elezioni". 

LE REAZIONI - Sì al Mattarellum e una legge che cambi le norme sui voucher. Lo ha detto Guglielmo Epifani, intervenendo all'Assemblea nazionale del Pd a nome della minoranza. "Sul Mattarellum - ha detto - tutto il Pd si può ritrovare. Facciamo commissione, un luogo in cui tutto il partito partecipi. Sulle regole se è giusto cercare la convergenza con altri figuriamoci come è giusto trovare quella al nostro interno". Ma la proposta del Mattarellum vede anche i dubbi di qualcuno. "Non ero contro l'Italicum perché apriva una deriva autoritaria ma perché ritenevo che in un sistema tripolare" sarebbe nato un tema di rappresentanza della maggioranza. "Nessuno vuole tornare al proporzionale puro ma mi chiedo se basta rispolverare il modello di maggioritario muscolare". Lo dice Andrea Orlando al Pd commentando la proposta di Mattarellum. Il dubbio è la divisione tra "chi si porta sulle spalle la difesa del sistema e chi vive di contestazione del sistema: tutti si assumano un pezzo di responsabilità". E, sul tema congresso, c'è chi va all'attacco. "Esprimo solidarietà umana a Matteo Renzi ma, con la stessa sincerità, dico che serve una guida diversa al Pd", dice Gianni Cuperlo.

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