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Cannabis: stop Commissione 1.700 emendamenti, in aula

Cannabis: stop Commissione 1.700 emendamenti, in aula

ROMA, 21 luglio 2016, 17:55

Redazione ANSA

ANSACheck

Una manifestazione in favore della legalizzazione della cannabis © ANSA/EPA

Una manifestazione in favore della legalizzazione della cannabis © ANSA/EPA
Una manifestazione in favore della legalizzazione della cannabis © ANSA/EPA

Di fronte a 1.700 emendamenti (in gran parte di Ap) presentati al ddl che depenalizza la cannabis, le commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno deciso di non esaminare e votare le proposte di modifica, portando quindi il testo direttamente in Aula lunedì 25 luglio, dove gli emendamenti verranno ripresentati. Questo implica uno slittamento a settembre del voto su emendamenti e ddl.

La conferenza dei capigruppo aveva ieri deciso di calendarizzare il ddl in Aula per lunedì prossimo, nella quota spettante ai gruppi di minoranza, e in particolare a Sinistra Italiana.
Oggi alla seduta delle commissioni competenti, Giustizia e Affari sociali, ci si è trovati dinnanzi a 1.700 emendamenti, di cui 1.300 di Ap. La relatrice per la commissione Affari sociali, Margherita Miotto (Pd), ha chiesto del tempo per esaminare nel merito gli emendamenti; richiesta sostenuta anche dal capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Valter Verini. Sinistra Italiana, che ha in Daniele Farina il relatore della commissione Giustizia, non ha dato la disponibilità a rinviare l'esame in Aula per esaminare i contenuti degli emendamenti. Le commissioni hanno quindi deciso di non procedere all'esame delle proposte di modifica e di portare quindi il ddl in Aula senza mandato ai relatori.

"Necessariamente - ha osservato la presidente della Commissione Giustizia, Donatella Ferranti - questo porterà all'impossibilità di votare il ddl prima della pausa estiva. In Aula gli emendamenti saranno 1.700 o magari 2.000, e se si vuole almeno esaminare i principali si inizierà a votare a settembre". "Purtroppo - ha osservato - sta andando come per le unioni civili in Senato, solo con un clima più 'civile'".
   

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