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Mattarella: la pace ha assicurato il progresso, non le barriere

Mattarella: la pace ha assicurato il progresso, non le barriere

Il Capo dello Stato ad Asiago ha celebrato il centenario della Grande Guerra

24 maggio 2016, 19:15

Redazione ANSA

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - RIPRODUZIONE RISERVATA

"E' stata la pace e non la guerra ad assicurare stabilità e progresso, è stato il dialogo non lo scontro a permettere le grandi conquiste civili ed economiche di questi 70 anni". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando alla cerimonia per il centenario della Grande Guerra. "Sono state le intese, le alleanze non aggressive, le unioni sovranazionali - ha aggiunto - e non le chiusure e le barriere a garantire al nostro paese e agli altri la libertà e il benessere".

Mattarella ha ricordato che "senza ideali e sogni si perde lo slancio vitale e lentamente finiscono per prevalere la paura, il sospetto, egoismi, la tentazione di rinchiudersi nei recinti di malintesi interessi nazionali" ed ha invitato a "raccogliere quel sogno, quel grido silenzioso per un futuro di pace, benessere e diritti che ci arriva con forza le nuove generazioni" perché questo "è oggi il miglior modo per rendere onore a chi è caduto per la sua patria, e per rispettare tanto sangue versato". "Bisogna raccogliere quel sogno - ha aggiunto - e oggi sono qui per questo, con i rappresentanti del Governo, del Parlamento, della Regione Veneto, i sindaci, affinché la tragedia di una guerra fratricida non abbia mai più a ripetersi".

Per il presidente della Repubblica "la classe dirigente europea nel secondo dopoguerra, a differenza delle precedenti si dimostrò all'altezza del compito immane della ricostruzione, economica e morale, di un continente distrutto e sgomento. Ci riuscì operando con lungimiranza, tenendo insieme visione e pragmatismo". Allo stesso modo, "le grandi sfide, imponenti, che oggi il mondo si trova davanti - il terrorismo, l'emigrazione, i cambiamenti climatici, la lotta alla fame e alle malattie, lo sviluppo - si vincono tessendo collaborazione e costruendo ponti". A tal fine "servono comune intelligenza, unità di intenti. Vanno ricercati con ostinazione obiettivi condivisi e politiche comuni a fenomeni globali. E' impossibile dare risposte soltanto nazionali, ignorarlo sarebbe illusorio e pericoloso".

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