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Migranti: Ue, risultati in 10 giorni o rischio collasso. Ok da giudice Lille a sgombero Calais

In mille verso il confine Grecia-Macedonia. Atene richiama ambasciatore a Vienna. Gentiloni, pericolose iniziative unilaterali. Berlino stima 3,5 milioni di profughi entro il 2020

"Abbiamo bisogno di risultati chiari e tangibili sul terreno nei prossimi dieci giorni. O c'è un rischio che l'intero sistema collassi". Così il commissario europeo Dimitris Avramopoulos al termine del consiglio Interni Ue sulla crisi dei profughi. "Abbiamo tutti la responsabilità di aumentare i nostri sforzi per mettere in pratica le decisioni europee che sono state prese. Non c'è tempo per azioni non coordinate", aggiunge.

Intanto via libera del tribunale amministrativo di Lille all'ordinanza della prefettura che prevede l'espulsione dei migranti nella parte sud della cosiddetta 'Giungla' di Calais. 

La Grecia ha richiamato il proprio ambasciatore a Vienna, Chrysoula Aleiferi, in seguito al vertice Austria-Balcani sui migranti. Lo rende noto un comunicato del ministero degli Esteri ellenico, per il quale le consultazioni con l'ambasciatore hanno "il fine di preservare le relazioni amichevoli tra i popoli e gli Stati di Grecia ed Austria". 

"I grandi problemi dell'Ue - si legge nella nota - non possono essere superati con pensieri, atteggiamenti ed iniziative extra-istituzionali che hanno origine nel XIX secolo, e le decisioni dei capi di Stato non possono essere sostituite da linee guida dei capi della polizia. Questo è un grave problema per la democrazia, e mostra la necessità di proteggere l'Ue da elementi antistorici". "Iniziative unilaterali volte a risolvere il problema dei rifugiati... sono pratiche che possono minare le fondamenta ed il processo di integrazione dell'Europa", prosegue il ministero, aggiungendo che "la responsabilità di affrontare l'immigrazione e la crisi dei rifugiati non può essere data ad un solo paese. Il buonsenso impone che un problema così complesso sia affrontato efficacemente seguendo i principi di solidarietà e di equa ripartizione degli oneri. La Grecia sta lavorando in questa direzione".

Oltre mille migranti hanno rotto la recinzione del campo di Diavata e si sono messi in marcia verso Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia. Lo riferisce Medici senza frontiere. A Idomeni la polizia greca stima ci siano già 2.800 migranti.

"La Grecia non accetterà azioni unilaterali. Anche noi possiamo farle. Non accetteremo di diventare il Libano d'Europa e di diventare un magazzino di anime, anche se questo comporta un aumento di fondi", così il viceministro per l'Immigrazione greco Ioannis Mouzalas al suo arrivo al consiglio Interni Ue.

"L'Italia considera pericolose le iniziative unilaterali in tema di immigrazione e non condivide le posizioni che mirano ad attribuire a un singolo Paese, come la Grecia, la responsabilità di far fronte alla crisi migratoria": così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un colloquio telefonico con il suo omologo greco Nikos Kotzias. "L'impegno di tutti è necessario - ha ribadito - ma le soluzioni efficaci non possono che essere adottate nell'ambito di un impegno europeo solidale e ampiamente condiviso".

"Speriamo che la questione con Vienna si superi anche perché con i muri si generano solo illusioni": così il ministro dell'Interno Angelino Alfano al suo arrivo al consiglio Ue, insistendo sulla necessità di andare avanti con le decisioni già prese dall'Europa.

"Il Paese che mette il muro per un momento supera il problema, ma alla fine il sistema collasserà ed il problema investirà da capo tutti. Meglio pensarci prima - dice - ed organizzare il sistema dei ricollocamenti". 

In Europa "le decisioni" per affrontare la crisi dei profughi "le abbiamo già prese. Non abbiamo da inventare nulla. Il sistema è chiaro ma c'è una difficoltà a realizzarlo, e se l'Europa non è in grado di realizzare quanto ha deciso, è un'Europa che finisce per perdere se stessa", così il ministro dell'Interno Angelino Alfano al suo arrivo al consiglio Ue.

"E' troppo comodo così, nel senso che se le cose che ti piacciono dell'Europa te le prendi sorridendo e quelle che non ti piacciono le sottoponi a referendum pensando che come non piacciono a te non piacciono nemmeno al popolo", così il ministro dell'Interno Angelino Alfano al suo arrivo al consiglio Ue commenta l'annuncio del premier ungherese Viktor Orban di un referendum sulle quote europee obbligatorie per i richiedenti asilo. "L'Europa è un insieme di diritti e di doveri, di solidarietà e responsabilità - afferma Alfano - o si prende tutto insieme chiavi in mano, o è troppo comodo starci per le cose che convengono e non per quelle che danno peso e fatica".

Berlino stima 3,5 milioni di profughi entro il 2020 - Il governo tedesco si aspetta un totale di 3,5 milioni di profughi entro il 2020. Lo rivela la Sueddeutsche Zeitung, citando previsioni del ministero dell'Economia. Il governo conta che dal 2016 al 2020 entreranno in Germania in media 500.000 profughi all'anno, sebbene i numeri potrebbero di anno in anno oscillare, che si aggiungerebbero al milione e 100 mila arrivato nel 2015. Il ministero dell'Economia, pur confermando le rivelazioni del quotidiano, fa notare che si tratta "di un'ipotesi puramente tecnica" elaborata per una discussione all'interno dei diversi dipartimenti del governo e che, non essendo al momento possibile una stima seria, il governo si astiene da previsioni ufficiali.

Ungheria, referendum illegale secondo giuristi - Un referendum nazionale in Ungheria sulle quote dei migranti in Ue non sarebbe vincolante in alcun modo per gli organi decisionali di Bruxelles: é l'opinione di giuristi specializzati in diritto internazionale come Laszlo Valki o Attila Mraz sul referendum annunciato ieri dal premier ungherese Viktor Orban. "È d'accordo sul fatto che, senza l'autorizzazione del Parlamento nazionale, l'Unione europea possa obbligare l'Ungheria ad accogliere ricollocamenti di cittadini stranieri sul suo territorio?", é la domanda che verrà posta ai cittadini. Secondo Orban, si tratta di un problema che influenza il futuro della nazione ungherese e bisogna consultare gli elettori. I giuristi invece osservano che la legge fondamentale (la Costituzione) varata dallo stesso governo Orban vieta i referendum su trattati ed obblighi internazionali. Così la proposta lanciata potrebbe essere ostacolata dalla Corte costituzionale ungherese. In caso contrario, il risultato del referendum non sarebbe comunque vincolante per gli organi dell'Ue. "Non è altro che un bluff", ha scritto oggi il giornale liberale Nepszabadsag. Secondo l'eurodeputato George Schoepflin (Fidesz), l'obiettivo del premier Orban è politico: mostrare un largo consenso nazionale quando si oppone alla decisione Ue di accogliere migranti ricollocati.

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