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Unioni civili: nuovo strappo Cattodem. Renzi: 'Governo non interviene ma legge serve'

"Reato anche all'estero", asse con Ap. Campana, norme in legge 40

Mentre il dibattito sulle Unioni Civili resta infuocato in vista dell'approdo in Aula del testo, il premier Matteo Renzi continua a ribadire una posizione di terzietà da parte del governo pur sottolineando la necessità di una legge. "L'Italia è l'unica che non ha una legge sulle unioni civili, noi vogliamo che la legge ci sia ma le modalità dipendono dal dibattito parlamentare. Il governo non interviene in quanto governo ma sono certo che la stragrande maggioranza degli italiani è d'accordo che una legge serva". Così Matteo Renzi aggiungendo che "su alcuni punti le divisioni sono trasversali, sono contento per la qualità del dibattito finora, poi ad un certo punto si chiude e si vota".

IL PUNTO (di Michele Esposito)

La maternità surrogata punibile anche se fatta all'estero, con pene durissime per chi la organizza o la pubblicizza. Nelle pieghe del sì del Senato al ddl riforme, a Palazzo Madama torna a infuocarsi la partita sulle unioni civili con un nuovo 'strappo' targato Cattodem che, dopo l'emendamento sull'affido rafforzato, rilanciano con un proposta di modifica che interviene in maniera netta sull'utero in affitto. La sensazione è che la proposta serva anche ad 'alzare' l'asticella prima di un'intesa finale interna ai Dem.

Intesa che potrebbe anche delinearsi con un richiamo, per iscritto, al divieto della pratica della maternità surrogata ex legge 40 ma che, a meno di 48 ore dalla scadenza del termine degli emendamenti, appare tuttavia lontana. Il nodo chiave, nel Pd e nella maggioranza, resta la stepchild adoption: i pontieri al Senato lavorano di cesello per poter arrivare a modifiche che non inciampino nel rischio di trattamenti discriminatori per i minori ma, sul punto, resta alta la probabilità che saranno l'Aula, e il voto segreto, a decidere. E con i Cattodem ben lontani dallo scendere dalla trincea, la sponda del M5S tutt'altro che sicura e i centristi fermi nella loro opposizione alle adozioni, le probabilità che la stepchild passi sembrano assottigliarsi.

Con Ap che, nel frattempo, annuncia la presentazione di 85 emendamenti, di una pregiudiziale di costituzionalità e di una richiesta di sospensiva di 2 mesi. Ma ad irrompere, oggi, è l'emendamento a prima firma dell'ex montiano Gianpiero Dalla Zuanna, che incassa subito il placet di di Maurizio Sacconi e con il quale, di fatto, i Cattodem aprono ad un asse con i centristi in Aula. La proposta estende la punibilità della pratica della gestazione per altri anche se realizzata, da cittadini italiani, all'estero, prevedendo il carcere da 2 mesi a 3 anni (e una multa da 600mila a un milione di euro) e disciplinando che, se accertata la pratica della maternità surrogata da parte di uno dei due partner (gay o eterosessuale) e in assenza di legame biologico del nato con uno dei genitori risultanti nell'atto di nascita ricevuto dall'estero, il giudice "dichiara lo stato di adottabilità del minore".

L'emendamento, che prevede fino a 12 anni di carcere per chi "organizza, favorisce o pubblicizza", la pratica dell'utero in affitto irrompe anche nell'assemblea del gruppo Pd Camera, chiamata a fare un punto e nella quale i 37 deputati anti-adozione gay non fanno mancare la propria voce. Ad aprire la riunione è Ettore Rosato che, parlando di "punto avanzato di equilibrio" ancora raggiungibile, ribadisce come "gli elementi per fare una buona legge" ci sono. Mentre la responsabile Diritti Micaela Campana chiude ad una 'stretta' sulla maternità surrogata da inserire nel ddl: è giusto normarlo ma va fatto "nell'alveo della legge 40", scandisce, sottolineando come qualsiasi modifica vada fatta senza alterare "l'impianto" del testo. E modifiche subentreranno certamente sugli articoli 2 e 3 del ddl, eliminando ogni rimando agli articoli del codice civile che disciplinano il matrimonio ed "esplicitando" i diritti e doveri legati al 'nuovo' istituto giuridico delle unioni civili.

E mentre Silvio Berlusconi nel pomeriggio ribadisce la libertà di voto per Fi, fuori dal Parlamento il clima non è più sereno. Il 23 a scendere in piazza saranno le associazioni Lgbt che definiscono il ddl Cirinnà "il minimo sindacale" mentre 'cresce', anche numericamente, la mobilitazione per il Family Day del 30, che si terrà al Circo Massimo. Con Umberto Di Primio, sindaco di Chieti e vicepresidente Anci che fa appello a tutti i sindaci perché sfilino, con la fascia tricolore, a difesa della famiglia.

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