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Affondo di Renzi contro l'Ue: "Non sia accozzaglia di regole, Italia non si fa telecomandare"

'L'Europa non può essere soltanto un'accozzaglia di regole'

"L'Italia deve farsi sentire e far capire, con la gentilezza che le è propria, che è finito il tempo in cui ci telecomandavano da fuori". Lo ha ribadito il premier Matteo Renzi alla Reggia di Caserta.

"L'Europa - ha aggiunto - non può essere soltanto un pacchetto di regole che ci troviamo a dover seguire, è un grande ideale o non è. E' il tentativo di fare di questa parte del mondo un faro di civiltà e bellezza e non un'accozzaglia di regolamenti". 

IL DUELLO RENZI-JUNCKER - "Non ci facciamo intimidire. L'Italia merita rispetto". Così replica Matteo Renzi a Jean Claude Juncker, in un'intervista al tg5 anticipata su Twitter da Clemente Mimun. "Flessibilità dall'Ue solo dopo molte insistenze da parte dell'Italia", avrebbe sottolineato il premier.


"L'Italia ha fatto le riforme - ha spiegato Renzi in un'intervista che andrà in onda al Tg5 delle 20 - e quindi il tempo in cui si poteva telecomandare la linea da Bruxelles a Roma è finito". E, comunque "è finito il tempo in cui si andava con il cappello in mano".

Juncker ha detto che è stata la Commissione a affermare la flessibilità. "Vero, verissimo. Dopo il lavoro del semestre italiano la Commissione ha accolto il principio di flessibilità annuale pari al massimo all'1% di Pil. L'Italia sta dentro queste regole, avendo richiesto lo 0,8%. Noi continuiamo a rispettare le regole che devono valere per tutti. E sappiamo che il presidente Juncker è stato eletto sulla base di un accordo politico, che comprendeva flessibilità e investimenti. Noi non abbiamo cambiato idea". Lo scrive Renzi.

Il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker aveva attaccato il premier Matteo Renzi. "Ha torto a vilipendere la commissione Ue", ha detto Juncker. E ancora: probabilmente "a fine febbraio mi recherò in Italia, perché l'atmosfera tra l'Italia e la Commissione non è delle migliori". Juncker ha parlato nella conferenza di inizio anno a Bruxelles. La replica arriva dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che spiega che da parte dell'Italia non c'è nessuna volontà di offesa.

"Esito sempre - ha detto Juncker - a esprimermi con lo stesso vigore con cui Renzi si rivolge a me, perché non aggiusta sempre le cose". "Ritengo che il primo ministro italiano, che amo molto, abbia torto a vilipendere la Commissione a ogni occasione, non vedo perché lo faccia" perché "l'Italia a dir la verità non dovrebbe criticarla troppo" in quanto "noi abbiamo introdotto flessibilità contro la volontà di alcuni Stati membri che molti dicono dominare l'Europa". "Sono stato molto sorpreso - ha proseguito - che alla fine del semestre di presidenza italiana Renzi abbia detto davanti al Parlamento che è stato lui ad aver introdotto la flessibilità, perché sono stato io, io sono stato".  "Su questo - ha aggiunto - voglio che ci si attenga alla realtà". "Io mi tengo il mio rancore in tasca, ma non crediate che sia ingenuo", ha detto ancora. 

"Ho difficoltà a capire la riserva stupefacente dell'Italia a finanziare i 3 miliardi alla Turchia, perché questi non vanno alla Turchia stessa ma per i rifugiati siriani in Turchia", ha aggiunto.

La replica di Padoan - "Da parte del governo italiano non c'è nessuna volontà di offesa, ma atteggiamento costruttivo". Così il ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan replica a Jean Claude Juncker a Bruxelles.  "Sulla flessibilità è evidente che è stata la Commissione Ue a introdurla con la comunicazione sulla flessibilità, ma ricordo che si è arrivati là con il dibattito che è stato sviluppato durante il semestre di presidenza italiana". "L'Italia dà pieno sostegno all'azione di supporto ala Turchia per la gestione dei flussi migratori", l'Italia "non blocca niente ma quello che consideriamo da chiarire è se ancora c'è spazio dal budget europeo in modo che quei 3 mld siano pienamente coperti senza usare contributi degli Stati".

Il rapporto tra Ue e Italia è "un rapporto tra un Governo di uno dei principali Paesi dell'Ue che si confronta in modo aperto e franco con la Commissione, avendo in mente che vogliamo rafforzare l'Ue ma allo stesso tempo che abbiamo diritti equivalenti a quelli di altri e intendiamo farci ascoltare": così il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan sintetizza l'azione dell'Italia in Europa.

 

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