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>ANSA-INTERVISTA/ Padre ragazzo autistico,una legge serve a poco

Franco Antonello, 'se ognuno donasse 2 ore di tempo al mese'

(di Manuela Correra) (ANSA) - ROMA, 5 AGO - ''Un amico''. E' questa la richiesta che Andrea, ragazzo autistico di 21 anni, fa ogni giorno al padre: ''una richiesta, quella di mio figlio e di tanti altri ragazzi come lui - afferma Franco Antonello - che però nessuna legge potrà mai realizzare. Anche per questo dico che una legge sull'autismo, come quella approvata oggi dal Senato, serve a poco pur essendo, indubbiamente, un segnale positivo''.
    Antonello, presidente dell'Associazione 'Bambini delle fate' e autore con il figlio di vari libri che raccontano l'autismo attraverso esperienze di vita, non ha dubbi: ''Questa legge - spiega in un'intervista all'ANSA - è un primo passo e, dunque, una nota sicuramente positiva. Ma non basta, e non mancano le perplessità. Si vuole ad esempio incentivare la Ricerca ma, se non si stanziano dei fondi, non capisco come ciò si possa fare; allo stesso modo, la legge vuole favorire un maggior inserimento nella vita sociale e lavorativa, ma se non si indicano le misure concrete da attuare, allora questo rimane semplicemente un vuoto 'titolo'''. Ad ogni modo, sottolinea, ''nessuna legge potrà risolvere la situazione di centinaia di migliaia di ragazzi e famiglie che stanno lottano contro l'autismo e che non ce la fanno più''. Le ragioni, secondo Antonello, sono due. La prima è di ordine economico: ''Ogni famiglia avrebbe bisogno di almeno 5mila euro al mese per assistere adeguatamente il proprio figlio autistico. Un costo enorme ed impossibile da sostenere per molti. E' per questo che tanti ragazzi sono chiusi in istituti, con personale insufficiente che non può fare altro che gestirli legandoli e immobilizzandoli. E dato che è altamente improbabile che lo Stato possa mettere a disposizione fondi così ingenti, la strada da seguire, e che con la mia associazione sto già attuando - spiega Antonello - è a mio parere una: incentivare un sistema di raccolta fondi continuativo e costante con il coinvolgimento delle aziende e del privato, e convogliare poi i soldi direttamente alle associazioni sul territorio che hanno progetti da realizzare''. Ma una o cento leggi non potranno bastare anche perchè quello da coltivare è pure un cambiamento culturale. Da qui la proposta-provocazione del papà di Andrea: ''Pensare sei giorni a se stessi ed uno agli altri. Se ognuno dedicasse un giorno a settimana, ma basterebbe anche un giorno al mese, per trascorrere del tempo con un ragazzo autistico, magari del proprio quartiere, riusciremmo a risolvere l'enorme problema della solitudine che attanaglia tanti di questi ragazzi malati e le loro famiglie''. Insomma, ribadisce, ''credo che mille leggi non potranno fare nulla se non si seguono queste due strade''. 'Tirarsi su le maniche', è il monito di Antonello: ''Per cambiare davvero qualcosa è necessario partire da se stessi, al di là delle normative: chi può e vuole farlo, dia un contributo economico 'mirato'; ma, ancora più importante, chi non può, doni qualcosa di molto più prezioso: il proprio tempo per fare felice uno di questi ragazzi''. (ANSA).
   

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