In classe? Si studia con l'Ipad. Non accade in una scuola finlandese ma all'Itis Majorana di Brindisi dove i libri di carta sono finiti in soffitta e da ieri c'è un via vai di ragazzi e genitori che stanno andando a ritirare i loro tablet. Tutto è cominciato con Book in Progress, il progetto nato nel 2009 con il quale circa 800 insegnanti hanno iniziato a scrivere da soli i loro libri di testo in formato digitale e cartaceo. Così facendo si è creata una rete di scuole, con capofila appunto l'Istituto Majorana, che ha iniziato ad adottarli facendo risparmiare parecchio a famiglie e studenti. I libri al Majorana di Brindisi non costano praticamente niente: se nel 2014, una famiglia italiana ha speso mediamente intorno ai 485 euro per l'acquisto dei libri di testo (dati Federconsumatori), nella scuola pugliese la spesa non ha oltrepassato i 50 euro a studente.
Un risparmio che ha suggerito l'idea di Salvatore Giuliano, preside del Majorana: "Ma se si spendono solo 50 euro a studente per i libri, perché non chiedere a loro e ai rispettivi genitori di investire il denaro risparmiato comprando degli iPad?". Le famiglie non solo sono state d'accordo, ma anche entusiaste. Senza contare che gli iPad sono stati acquistati a prezzi più che vantaggiosi. È difficilissimo avere sconti da Apple, ma il fatto di dover comprare 250 iPad tutti insieme, ha permesso a Salvatore Giuliano di strappare una riduzione dell'11% sui prodotti. E questo significa che ogni iPad, in base alle esigenze e alle preferenze di ogni famiglia che ne ha scelto modello e tipologia, è costato a partire dai 260 euro. E chi ha voluto, ha potuto anche usufruire di un pagamento rateizzato: 25 euro al mese a interessi zero per studiare ogni giorno su questo dispositivo tecnologico. Insomma, da settembre ogni studente del Majorana di Brindisi, dal primo al quarto superiore, entrerà in classe con un iPad. "Inutile dirlo, i ragazzi - ha dichiarato a Skuola.net Salvatore Giuliano - sono stati più che entusiasti di questa iniziativa. Si tratta in fondo di utilizzare per studiare quello che loro normalmente usano fuori scuola. Non capisco perché quando entrano in classe debbano fare un salto indietro".
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