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Italicum: Civati, pronti due referendum. Sinistra masochista è quella che segue Renzi

Un quesito cancella i capilista bloccati

Un refrendum abrogativo per cancellare i due punti più criticati dell'Italicum. Li propone Pippo Civati, deputato uscito di recente dal Pd proprio in polemica con la legge elettorale approvata. I due quesiti tecnicamente ammissibili da parte della Corte costituzionale, abrogano due punti della riforma: i capilista bloccati e le multi-candidature il primo, il secondo turno per l'assegnazione del premio di maggioranza l'altro.  "Sono pronti - ha detto Civati a un convegno - e li metto a disposizione dei partiti e di quanti si sono opposti all'Italicum".

"Innanzi tutto - ha detto Civati - Renzi ha smentito l'apertura sul Senato elettivo. Questo è il gioco delle tre carte: per far approvare l'Italicum ci dice che si può cambiare la riforma del Senato, ma appena l'Italicum è stato approvato, spariscono le modifiche alla riforma costituzionale". Insomma un atteggiamento che "rafforza le ragioni dei referendum". Civati non ne propone uno totalmente abrogativo, che molti esperti hanno giudicato non ammissibile da parte della Corte costituzionale, bensì due parzialmente abrogativi, che modificano quindi due parte dell'Italicum. Per quanto riguarda il primo quesito, che abroga dall'Italicum i capilista bloccati e le multi-candidature (la riforma ne permette fino ad un massimo di 10), Civati ha spiegato: "io ero per i collegi uninominali, e non per le preferenze che sono state introdotte da Renzi in Senato; così ora abbiamo sia le preferenze che i nominati; almeno questi ultimi eliminiamoli". Il secondo quesito abroga la previsione di un secondo turno per assegnare il premio di maggioranza se nessun partito raggiunge il 40% al primo. La legge che ne uscirebbe in caso di approvazione di questo quesito referendario, prevederebbe che se nessun partito raggiunge il 40% al primo ed unico turno, i seggi verrebbero ripartiti con un proporzionale puro e quindi nessun partito avrebbe la maggioranza". Secondo Civati i problemi organizzativi di racconta delle firme sono secondari: "Io metto a disposizione questi quesiti ai partiti e a quanti si sono opposti all'Italicum. Se c'è un riscontro politico e i partiti lo sostengono allora non ci sono problemi né organizzativi né di numeri. E' chiaro che Civati da solo non fa un referendum: non sono pazzo a pensarlo. Lo capiremo nei prossimi giorni - ha concluso - se ci sono le forze che si vogliono imbarcare in questa battaglia".

 

L'ex esponente Pd ha anche replicato sul suo blog alle parole del premier Renzi che ha accusato la "sinistra masochista" di "rianimare Forza Italia". 

"Secondo me - ha scritto -  la sinistra masochista, sia detto con tutto il dovuto rispetto, è quella che segue Renzi". Civati sostiene che è "masochista" la sinistra che segue il premier perché "candida personaggi che poi imbarazzano anche lui; fa le cose che avrebbe tanto voluto fare Berlusconi e Brunetta e Sacconi; non ha rispettato le promesse fatte alla sinistra interna sul Jobs Act; insulta sempre la sinistra, difficile che si occupi della destra, se non per farla sua alleata". E ancora, la sinistra di Renzi, secondo Civati: "fa riforme da uomo solo al comando con i voti di persone che nel loro programma rifiutavano la filosofia dell'uomo solo al comando; umilia i sindacati ogni volta che può con parole di disprezzo e di scherno; pensa che la sinistra debba solo obbedire a lui, che quando parla, ogni giorno di più, sembra sempre meno di sinistra".
   

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