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Scuola: Orfini, vogliamo rendere ddl più condiviso possibile

Sindacati, governo irresponsabile, ci convochi

"Noi abbiamo la volontà di lavorare insieme e di rendere il più condiviso possibile questo ddl di cui intendiamo mantener fermo l'impianto". Lo ha detto il presidente del Pd, Matteo Orfini, facendo il punto sulla riforma della scuola, assieme al il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, e alla responsabile scuola e università del partito, Francesca Puglisi, dopo gli incontri avuti ieri con sindacati e associazioni.
    "Nelle prossime ore - ha ribadito - presenteremo un pacchetto di emendamenti che interverranno su alcuni punti: ruolo del preside (accogliendo la richiesta che ci è arrivata di introdurre una maggiore collegialità); misure per contrastare le disuguaglianze (per fugare i timori di scuole di serie A e di serie B); le modalità di gestione del Fondo per il merito; l'eccesso di ricorso alle deleghe (ne resteranno 8)".

"I due giorni di incontri con i rappresentanti di chi il 5 maggio era in piazza - ha spiegato Orfini - sono stati utili. Ci siamo trovati di fronte a posizioni non sempre omogenee. Alcune richieste erano condivisibili altre no, altre ancora sono per noi irricevibili come quella di dividere le assunzioni dal resto della riforma (per noi le assunzioni sono un complemento del processo di riorganizzazione). Abbiamo respinto anche altre richieste che chiedevano correzioni radicali. Su altri aspetti abbiamo raccolto indicazioni per migliorare l'impianto del provvedimento". Orfini ha quindi sottolineato che gli emendamenti del Pd sono il frutto di riflessioni fatte prima e dopo lo sciopero. "Per noi il percorso di confronto non finisce con questo giro di incontri. Abbiamo ancora tempo per confrontarci" ha concluso ribadendo la necessità di mantenere l'impianto della riforma, una riforma nella quale per la prima volta - ha ricordato - si mettono risorse e per la prima volta si mette mano all'annosa piaga del precariato.

Sindacati, governo irresponsabile, ci convochi - Sulla scuola il "governo è irresponsabile: a tre giorni dallo sciopero nessuna convocazione" è giunta ai sindacati che giudicano questa come " pessima risposta al personale della scuola che martedì ha scioperato in massa". Per questo i segretari di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams (Domenico Pantaleo, Fancesco Scrima, Massimo Di Menna, Marco Paolo Nigi e Rino Di Meglio) hanno affermato che "prosegue la mobilitazione avviata una rete di informazione costante nelle scuole".

Associazioni, bene apertura ma servono modifiche - Bene le aperture sulla Buona scuola ma è necessario modificare i punti fondamentali del ddl. E' quanto affermano le 32 associazioni dell'appello "La Scuola che cambia il Paese" (Agenquadri, Aimc, Arci, Auser, Cgd, Cgil, Cidi, Cisl, CISL Scuola, Edaforum, Exodus onlus, Fnism, Flc Cgil, Forum Terzo Settore, Irase, Irsef-Irfed, Legambiente, Legambiente Scuola e Formazione, Libera, Link - Coordinamento Universitario, MCE, Movimento Studenti di Azione Cattolica, Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica, Proteo Fare Sapere, Rete della Conoscenza, Rete degli Studenti Medi, Rete29Aprile, Uciim, Udu, Unione degli Studenti, Uil, Uil Scuola) dopo aver incontrato ieri alcuni parlamentari della commissione Cultura della Camera, dove è in corso l'esame e l'approvazione del testo. Martedì 12 maggio, ricorda una nota, è previsto il prossimo confronto con la VII Commissione. "Dopo settimane di sollevazione unanime, totale e trasversale del mondo della scuola, il 5 maggio lo sciopero generale unitario del settore ha visto un'adesione larghissima di docenti e personale ATA, ma anche la grande partecipazione di studenti e genitori: tutto il mondo della scuola, unito, ha chiesto di cambiare davvero questa riforma. È una richiesta fortissima che non può essere ignorata e che, infatti, ha già prodotto delle aperture al confronto e prime, parziali e insufficienti, modifiche al testo del ddl", spiegano le associazioni. "Ma non bastano incontri tardivi e piccoli aggiustamenti per raccogliere la forte spinta al cambiamento lanciata dalle piazze del 5 maggio. Per cambiare davvero la riforma è necessario modificare radicalmente i punti fondamentali del provvedimento: 1. riequilibrio del ruolo del preside nella scuola della cooperazione, eliminando anche il meccanismo di chiamata diretta dei docenti; 2. assunzioni e organico funzionale in tempi utili per il regolare avvio dell'anno scolastico, anche ricorrendo allo stralcio; 3. approvazione e finanziamento della legge nazionale sul diritto allo studio; 4. finanziamenti privati aggiuntivi, non strutturali, finalizzati al contrasto delle diseguaglianze; 5. promozione dell'apprendimento permanente, anche attraverso un adeguato investimento di organico funzionale; 6. valorizzazione del lavoro della scuola nel rispetto della funzione contrattuale; 7. deleghe non lasciate in bianco e senza un reale confronto con le rappresentanze della scuola". Le aperture al confronto del Parlamento sono un passo avanti, ma devono concretizzarsi in modifiche radicali, concrete e incisive, altrimenti ne uscirà una riforma confusa e contraddittoria oltreché ancora sbagliata nell'impianto di fondo. I parlamentari e il governo abbiano il coraggio e la lungimiranza di ascoltare davvero il popolo della scuola, che ha manifestato il 5 maggio, perché non è buona una riforma senza il consenso di chi in essa vive", conclude la nota.

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