Per un giorno è la politica a fare un passo indietro, con la stretta di mano tra il Sindaco di Verona Flavio Tosi e il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. "Per rispetto ai produttori e agli operatori che fanno la fortuna del Vinitaly e di questi territori, - afferma Tosi - qua si parla di vino e non di politica.
I dati del 2014 parlano di oltre 800 milioni di export solo della provincia di Verona e questo è frutto della sapienza e del coraggio di chi opera in questo settore". Luca Zaia mette l'accento sui risultati e sulla progettualità della regione Veneto: "Siamo orgogliosi di questa fiera, con la quale guardiamo al futuro con progettualità. Noi siamo i numeri uno: qui si producono 8,2 mln di ettolitri, che equivale al 18% della produzione nazionale, qui ci sono 52 tipologie di vini, 28 Doc, 14 Docg e 10 Igt, per 1,6 miliardi di export.
Non è un caso che in questa regione ci sia la Doc più grande d'Italia, quella del Prosecco, e uno dei più grandi biglietti da visita del vino nel mondo: l'Amarone, che tra poco festeggia i cinque anni di Docg. Per noi veneti ora si apre un'altra sfida, quella del Pinot Grigio".
Chiude il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, che riporta tutto ad un ambito più nazionale: "Qui non c'è solo una città, una provincia o una regione, per quanto leader, qui c'è l'Italia. Qui al Vinitaly si esprime la potenza di un intero Paese. Noi dall'alto di un Ministero e della nostra responsabilità pubblica, non abbiamo fatto altro che aprire il campo delle opportunità, chiamando a raccolta i principali protagonisti del mondo vitivinicolo. Abbiamo riconosciuto la leadership di Vinitaly, proiettandola verso il grande scenario dell'Expo che ci aspetta".
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