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E' scontro, l'Anm: toghe delegittimate anche da governo Renzi

I magistrati: andare oltre le polemiche, che rischiano di mettere in ombra i veri temi, la corruzione e le buone riforme

Nuovo round dello scontro tra il governo e l'Anm. Le toghe, dopo il botta e risposta di ieri tra il presidente Rodolfo Sabelli e Matteo Renzi, ribadiscono la posizione.  Anche con il governo Renzi - dice il segretario dell'Anm Maurizio Carbone a Radio Anch'io - non è finita la "delegittimazione" dei magistrati cominciata "da più di 20 anni". Le riforme del governo che hanno riguardato i magistrati, sulla responsabilità civile e sulle ferie, sono state "accompagnate dal slogan delegittimanti", ha detto alla radio.

Bisogna "andare oltre le polemiche, che rischiano di mettere in ombra i veri temi, la corruzione e le buone riforme". Lo ha detto Rodolfo Sabelli, presidente dell' Anm ad Agorà, ribadendo che "le riforme sbagliate in tema di corruzione unite alla delegittimazione della magistratura costituiscono un cocktail che produce frutti avvelenati, di cui oggi vediamo gli effetti".

Sabelli ha comunque riconosciuto che sulla riforma del falso in bilancio "c'è un'inversione di tendenza", ma ha insistito sul punto che sulla corruzione "bisogna fare di più"; e, considerato che dalle ultime indagini emergono rapporti tra questo fenomeno e quello della criminalità organizzata, "vanno estese alla corruzione le regole di indagine che valgono per la mafia", intercettazioni comprese. Quanto poi all'Autorità anticorruzione evocata ieri da Renzi a riprova dell'impegno del governo sul fronte della corruzione, Sabelli ha osservato che agisce sul piano della prevenzione che è "fondamentale, ma non basta: occorre intervenire anche sul lato della repressione e della diffusione di una cultura della legalità.

Lo scontro - Scontro tra l'Anm e il governo sul tema delle tangenti e della corruzione. "Uno Stato che funzioni - va all'attacco il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Sabelli a 'Uno Mattina' - dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità". Ma in Italia è accaduto il contrario: "i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati". Il riferimento di Sabelli è a una serie di interventi legislativi che avrebbero favorito i corrotti, a cominciare dall'epoca di Tangentopoli, per arrivare nel 2002 "alla depenalizzazione del falso in bilancio e nel 2005 alla riduzione della prescrizione". "Chi semina vento raccoglie tempesta", ha perciò concluso il presidente dell'Anm, che ha anche chiesto a "chi ha responsabilità della cosa pubblica" di dare "il buon esempio" perché nel Paese possa "diffondersi la cultura della legalità". Durissima la replica del premier Matteo Renzi a parole che giudica "false e ingiuste". "Lo Stato - dice il premier all'inaugurazione della Scuola Superiore di Polizia - non dà schiaffi a magistrati e carezze ai corrotti. Sostenere questo avendo responsabilità istituzionali o a nome di categorie, è triste. E' una frase falsa, ingiusta, fa male ma non per il governo di turno, per l'idea stessa delle istituzioni". "Si può contestare un singolo fatto: è legittimo e doveroso", ma "è falso" che lo Stato dia carezze ai corrotti, continua Matteo Renzi alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno accademico 2015 della Scuola Superiore di Polizia, commentando le affermazioni del presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli sulle ultime vicende giudiziarie. "C'è bisogno non della difesa del governo pro tempore o del partito ma di un gruppo dirigente del Paese che riconosca che con le istituzioni non si scherza e c'è un senso di appartenenza che va oltre la polemica quotidiana", sottolinea il presidente del Consiglio.

Il premier è intervenuto anche sulla questione della corruzione con il ddl in materia che sta per arrivare in Aula al Senato. Che un reato arrivi a "prescrizione nega la dignità allo Stato" - ha detto Renzi - ed è "inaccettabile prescrivere la corruzione: per questo stiamo intervenendo".  Nella sfida alla corruzione c'è bisogno innanzitutto di "un passaggio culturale ed educativo". L'Autorità anticorruzione "era un acronimo. Noi lo abbiamo preso e messo in campo perché appalto per appalto, casa per casa, sporcizia per sporcizia, si può intervenire e fare pulito".

Renzi ha parlato anche della riforma della polizia. Dopo la fine della riforma della Pubblica amministrazione "è difficile che siano ancora cinque le forze di polizia. Stiamo lavorando a un pezzo di riforma che riguarda anche voi".

La ripresa - "Abbiamo attraversato - ha detto il premier - una fase emergenziale di crisi economica. Ne siamo fuori? Credo di sì, perché segnali univoci vanno in quella direzione".

 

 

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