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Scuola: da Cdm via libera a disegno di legge. Avviato l'esame del ddl Rai. Renzi, in Cda servono i migliori

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Tra promozioni e punti interrogativi è il giorno delle reazioni dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla riforma della scuola. Polemici gli studenti che ieri sono scesi in piazza e che avvertono sui rischi dello 'strapotere dei presidi'. Secondo 'ReteImprese', invece, il provvedimento prepara i giovani alla sfida del lavoro. Soddisfatto il ministro Stefania Giannini che sottolinea che, a questo punto, la palla è in mano al Parlamento anche per quanto riguarda i tempi di approvazione comunque fondamentali per la vicenda della stabilizzazione dei precari.

Giannini, su tempi decide Parlamento - "I tempi per l'approvazione del ddl ora li dà il Parlamento". Così il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo a una domanda sui tempi che il governo si dà per eventualmente far confluire alcune materie del ddl sulla Buona scuola in un decreto legge. "Il presidente del Consiglio, i parlamentari impegnati su questo tema ed io - ha chiarito Giannini, parlando ai microfoni di Radio 24 - abbiamo la fiducia e la convinzione che il Parlamento farà presto e bene".

Studenti, attenzione a 'strapotere' presidi - "Cancellare gli sgravi per le paritarie e i meccanismi di finanziamento privato diretto" delle scuole. "Superare lo strapotere dei 'presidi-manager-sindaci' con una vera riforma degli organi collegiali e della democrazia scolastica" e "approvare e finanziare la legge nazionale sul diritto allo studio e la riforma dei cicli". E' quanto chiede il portavoce della Rete degli studenti medi, Alberto Irone, al Parlamento perché "sia in grado di compiere una riflessione politica seria che porti a un vero cambiamento" nel momento in cui si aprirà il dibattito sul ddl di riforma della scuola.

Dubbi dei sindacati - Forti perplessità in tema di stabilizzazioni del personale; ma giudizio positivo sul mantenimento degli scatti di anzianità: questo in estrema sintesi il giudizio del segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, sul provvedimento di riforma dell'istruzione presentato ieri dal governo. "Tra le criticità contenute nella bozza di ddl - dice il segretario generale della Uil Scuola Massimo Di Menna - c'è la scelta di definire aspetti importanti del rapporto di lavoro - come orario, retribuzione e progressione economica - attraverso una decisione unilaterale per legge".

Rete Imprese approva riforma - Il disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione e della formazione 'La Buona Scuola', approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, è un provvedimento che ''introduce molte novità utili a migliorare il livello di istruzione degli studenti, e a prepararli al meglio alle sfide del lavoro''. E' positivo il giudizio di Rete Imprese Italia sulla riforma della scuola di Matteo Renzi.

Giannini, parto indolore ma gioiso - "La lunga gestazione e il parto" del disegno di legge sulla "Buona scuola" è stato "indolore e molto gioioso. Ha portato molto positivamente a spingere sul principio cardine che è l'autonomia della scuola". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ai microfoni di Radio24.  Con la riforma, per gli scatti stipendiali degli insegnanti rimane esclusivamente il criterio dell'anzianità e in questo modo si liberano risorse che saranno impegnate per premiare i docenti meritevoli. "Autonomia scolastica significa responsabilità diretta e quindi essere chiamati a rispondere delle azioni che si fanno: chi governa un processo può e deve decidere secondo criteri di massima trasparenza". E se le scelte dei presidi non sono giuste, "risponderanno" loro: "il meccanismo di valutazione dei risultati delle scuole, della didattica e dell'apprendimento degli studenti sarà attribuito ai dirigenti scolastici nella parte che loro compete. Chi ha una responsabilita' così forte, deve renderne conto ed essere valutato".

Via libera alla riforma, appello del premier alle Camere 

(di Serenella Mattera) Parte dalla scuola e dalla Rai il rinnovamento culturale del Paese. Perciò nel giorno in cui il Consiglio dei ministri approva il ddl di riforma del sistema dell'istruzione e fa un primo esame delle linee guida di riforma della tv pubblica, Matteo Renzi "sfida il Parlamento" a fare bene, ma soprattutto a fare "presto, perché l'Italia non ha tempo da perdere". Non c'è tempo da perdere per i centomila precari che il ddl "La buona scuola" prevede siano assunti da settembre. Ma non può aspettare oltre neanche, spiega il premier, la trasformazione della Rai in "una delle più grandi imprese culturali d'Europa", con un "capo azienda" indicato dal governo e un cda eletto dal Parlamento in seduta comune. Nel giorno in cui 50 mila studenti protestano nelle piazze e dopo primo esame, con rinvio, la scorsa settimana, il Consiglio dei ministri in un "buon clima" approva il ddl di riforma della scuola che "lunedì", assicura Renzi, sarà in Parlamento. E quasi a sottolineare l'importanza del passaggio, al termine del Cdm il premier illustra la riforma con dieci slide.

 

Su sfondo a righe e a quadretti, sono scritti in corsivo rosso i principi cardine del ddl, a partire dall'autonomia delle scuole e dei presidi, che saranno "come allenatori" di una squadra e gestiranno l'organico funzionale dei docenti, con la scomparsa dal 2016 della figura del supplente. Compariranno invece per la prima volta, accanto agli scatti di anzianità, scatti legati al merito (200 milioni saranno stanziati dal 2016). Ogni insegnante avrà 500 euro per le sue spese culturali (libri, musei, musica). E le scuole potranno ricevere il 5 per mille ma anche uno "school bonus". Resteranno gli sgravi alle paritarie, ma - precisa Renzi - solo fino alle medie. E saranno rafforzate arte, musica, educazione motoria e l'inglese, che dalle elementari dovrà essere insegnato da maestri con padronanza "perfetta". E poi naturalmente c'è l'intervento più atteso, quello per l'assunzione di 100mila precari delle graduatorie a esaurimento (esclusi solo gli idonei), dopodiché si entrerà "solo per concorso".

Perché le assunzioni possano avvenire a settembre bisogna approvare al più presto la legge: per questo c'era stata forte pressione per un decreto. Ma Renzi si dice convinto che il Parlamento ce la possa fare e lancia un appello che è anche una sfida: "Abbiamo ricevuto una positiva disponibilità di altri partiti e siamo pronti a correre insieme al Parlamento: se vogliono fare meglio di noi lo facciano, basta che facciano presto perché l'Italia non ha tempo da perdere". Se i tempi si allungassero troppo, spiegano fonti di governo, il premier sarebbe pronto ad avocare a sé l'intervento con un decreto. Percorso parallelo per la riforma della Rai.

Così come quella della scuola deve essere una "rivoluzione concettuale", quella della tv pubblica deve essere una rivoluzione "culturale". Così come per la scuola si interviene con ddl, allo stesso modo Renzi, dopo aver accarezzato l'idea di un decreto, affida al Parlamento - "che sarà decisivo", la riforma della Rai, di cui il Cdm ha esaminato le linee guida per proseguire - con la possibile approvazione - la prossima settimana. "Non vogliamo mettere le mani sulla Rai ma dare ossigeno all'azienda", mette in chiaro Renzi, dopo le accuse ricevute dall'opposizione. Per far quello, aggiunge, bastava "nominare il prossimo cda". E invece l'idea del leader del Pd è affidare la guida dell'azienda (che avrà un canale culturale senza pubblicità) a "un capo" nominato dal governo e confermato da un consiglio di amministrazione più snello di quello attuale ma con un membro scelto dai dipendenti e gli altri eletti dal Parlamento in seduta comune, "come il presidente della Repubblica", a sottolineare l'importanza della Rai per il Paese. Fuori la politica dalla Rai, conclude il premier chiudendo alla proposta del M5S, "non vuol dire sorteggio dei membri del Cda, perché sarebbe l'abdicazione della politica: i più bravi devono guidare la Rai".

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