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Lega, Zaia candidato governatore. E Salvini commissaria il partito in Veneto

Il Consiglio Federale vota all'unanimità la ricandidatura dell'attuale governatore veneto. Dozzo commissario ad acta per la Liga Veneta. Ultimatum a Tosi: 'Con noi o Fondazione'

La Lega Nord sostiene ufficialmente la ricandidatura di Luca Zaia a governatore del Veneto. E impone al segretario della Liga Veneta, Flavio Tosi, di decidere rapidamente da che parte stare: continuare a perseguire le sue aspirazioni da leader o allinearsi alla politica del segretario Matteo Salvini. Tosi ha una settimana di tempo per scegliere fra la tessera della sua fondazione (che ne sostiene la corsa a eventuali primarie di centrodestra) e quella del Carroccio.

Il sindaco di Verona risponde con rabbia in serata dichiarando:" Oggi ha vinto via Bellerio sulla Liga Veneta, se proprio vogliamo...che abbia vinto il Veneto la vedo un pò dura". In ogni caso non si sbilancia ancora sulla possibilità di lasciare il Carroccio: "deciderò a mente fredda il da farsi", spiega. Nel frattempo, via Bellerio ha nominato un mediatore, l'ex capogruppo alla Camera Gianpaolo Dozzo, per "accompagnare" lo stesso Tosi e Zaia nella costruzione delle liste e delle candidature per le Regionali. Con quali alleanze ancora non si sa. E giovedì è in programma il consiglio della Liga per le liste. Il Consiglio federale leghista ha dato queste indicazioni in una lunga riunione pomeridiana che doveva risolvere il duello fra Salvini e Tosi e, per il momento, non ha comunque preso decisioni definitive. Sul tavolo anche il bilancio della manifestazione di sabato a Roma contro il governo Renzi che è stato liquidato senza dilungarsi troppo. "Una bellissima piazza, replicheremo presto in altre città, magari a Firenze o a Genova", ha detto Salvini. Il caso veneto era più urgente e "complicato", per dirla con Roberto Maroni, che in mattinata aveva richiamato tutti "al senso di responsabilità".

Prima la conferma: il consiglio federale ha ratificato all'unanimità la candidatura di Zaia, con il voto dunque anche di Tosi. Poi, a quanto si è appreso, è stato lo stesso Salvini a chiedere di approvare "come da Statuto" l'incompatibilità fra gli iscritti alla Lega e la fondazione 'Ricostruiamo il Paese' che sostiene Tosi, questa volta non all'unanimità. Infine, la mediazione di Dozzo. "Non è un vero commissariamento della segreteria veneta", affermano da via Bellerio perché - spiegano - tutte le cariche, a partire da quella di Tosi, restano comunque in scadenza a giugno. Giovedì ci sarà però il Consiglio nazionale veneto che, da Statuto, deciderà - con Dozzo, Zaia, Tosi ma senza Salvini - su liste e candidature per le Regionali in Veneto. Qui c'è un'apertura al sindaco di Verona. Non è detto infatti che a Padova, dove è in programma il consiglio della Liga, non si decida di accogliere alcune richieste di Tosi su eventuali liste civiche a sostegno del governatore. Certo è che Salvini non vuole fughe in avanti: alla fine, ha detto, "voglio omogeneità nelle alleanze, l'ultima parola su questo l'avrò io". "Quelli che si aspettavano spaccature o sfighe varie - ha sostenuto il segretario della Lega - sono rimasti male. Nessuno ha vinto in pieno, nessuno ha perso su tutta la linea. Il Movimento è compatto e ha un suo candidato in Veneto scelto all'unanimità, questo era l'importante".

E Tosi che cosa farà, rischia l'espulsione se in sette giorni non deciderà? Salvini non ha risposto, ha preferito dire che "tutti faranno la scelta più saggia: non prendo in considerazione l'ipotesi che qualcuno esca dalla Lega". Quanto alle alleanze, il solito ping pong: "Non ho in programma incontri né con Berlusconi né con Ncd, vedremo".

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