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Pd, appello di Renzi per unità del partito: "Fioriscano le idee non le correnti"

Il premier e segretario: "Noi siamo quelli che devono riportare l'Italia a crescere. E' una grande responsabilità"

"Fiorissero idee, più che correnti". In un momento di grande nervosismo nel partito, mentre la minoranza prova a coordinarsi e irrobustirsi e anche sul fronte renziano si registrano i primi movimenti organizzati, Matteo Renzi prende l'iniziativa. Rinvia il Consiglio dei ministri in programma per venerdì e scrive a deputati e senatori del Pd per convocarli a un confronto "preparatorio" sui prossimi temi nell'agenda del governo: scuola, Rai, ambiente e fisco. Un modo non solo per coinvolgere i parlamentari, nel momento in cui il governo viene accusato dalla stessa sinistra Dem di ignorare il Parlamento, ma anche di spostare il confronto interno "sui contenuti più che sulle etichette". Ma la mossa del premier viene vissuta come "fumo negli occhi" dai bersaniani, che meditano di disertare gli incontri.

E non frena l'iniziativa di quei "catto-renziani" che in serata 'battezzano' una nuova area. Verso l'ora di pranzo arriva ai deputati e senatori del Pd la lettera in cui il segretario-premier, "col massimo rispetto per il doveroso dibattito interno al Pd tra aree culturali, sensibilità diverse e gruppi organizzati", ribadisce il suo no a un partito in cui "fioriscano le correnti più che le idee". Le parole, spiega chi è vicino al premier, sono rivolte a tutto il partito, perché il confronto sia sui contenuti, sulle idee, più che sulle appartenenze. Ma subito tra i parlamentari si diffonde la convinzione che, per il tempismo, il messaggio sia rivolto a quel manipolo di renziani che per la serata ha convocato la prima riunione di un'area, Spazio democratico, che ha già un documento e un'assemblea programmata il 17-19 aprile a Tivoli.

In serata però i protagonisti frenano e spiegano meglio il senso dell'iniziativa: vogliamo "creare luoghi di circolazione di idee molto leggeri in un'ottica totalmente anticorrentizia ma per aiutare i parlamentari nell'elaborazione di idee anche sul territorio", chiarisce il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. "Non è una corrente" ma "un laboratorio di idee che si rifà alla lettera di Renzi" inviata oggi ai parlamentari, aggiunge il deputato Pd Matteo Richetti promotore dell'iniziativa. Sono circa 90 i parlamentari invitati, se ne conteranno poi 55, ma mancano i senatori impegnati a palazzo Madama. E in serata, verso le 21, nella sala Berlinguer della Camera, compaiono il vicesegretario Dem Lorenzo Guerini e i sottosegretari Graziano Delrio e Angelo Rughetti. E poi ex bindiani ed ex lettiani, fioroniani, veltroniani, ex di Scelta civica come Andrea Romano ed ex di Sel come Gennaro Migliore. "Siamo per lo più 'anime in pena'", scherza uno di loro, a indicare l'appartenenza a vecchie aree del partito che oggi si riconoscono nella leadership renziana.

Sono già stati ribattezzati "catto-renziani", ma sempre Matteo Richetti spiega che non c'è nessuna connotazione di stampo "confessionale". "Non do vita a nessuna corrente - aggiunge - ma raccolgo le idee di tanti". L'idea è coordinarsi e far sentire la propria voce all'interno del gruppo. E rafforzare - spiegano - la maggioranza Dem, sia caratterizzando le proprie posizioni all'interno del fronte renziano, sia rispetto alla sinistra Dem. Se i bersaniani, per fare un esempio, chiedono di abolire i capilista bloccati dell'Italicum, dentro Spazio dem c'è un fronte contrario alle preferenze dell'Italicum. Se questo è lo spirito, le parole di Renzi non sono vissute come una scomunica, assicura Richetti, che racconta di aver sentito il premier. Lo stesso Delrio spiega la sua partecipazione non come la volontà di fare una corrente (è da sempre contrario, spiegano i suoi) ma per condividere con chi ha sensibilità comuni nuove idee e lavorare sui territori. Ma c'è chi come Andrea Martella si augura che il messaggio di Renzi valga per le correnti "già organizzate".

Qualche renziano "ortodosso" sostiene che il premier, che "ha parlato più volte del superamento delle correnti che degli 80 euro", non poteva dare l'idea di promuovere la formazione di una corrente di maggioranza. C'è chi si spinge a sussurrare di una freddezza con Guerini e Delrio. Ma in serata la presenza di Luca Lotti all'incontro sembra smentire una frattura tra renziani. I nuovi movimenti, però, destano più di un sospetto nella minoranza Dem, che lavora a un'iniziativa unitaria a marzo. "Quando noi avevamo la segreteria non abbiamo mai promosso correnti", dice un bersaniano, che si punti a mettere in discussione anche il ruolo di Roberto Speranza. Voci smentite dai renziani, così come la sinistra dem smentisce un'uscita dalla segreteria. Non nasconde invece il nervosismo per la conduzione del partito e del governo da parte di Renzi. "Dà cinque minuti per parlare di fisco... ma scherziamo? - sbotta Pier Luigi Bersani - Siamo al limite".

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