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Giorno memoria: per 1 studente su 3 non solo Shoah

Giorno memoria: per 1 studente su 3 non solo Shoah

Skuola.net,tante le stragi che andrebbero approfondite in classe

ROMA, 27 gennaio 2015, 15:17

Redazione ANSA

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La scuola non si fermi alla Shoah. Per uno studente su 3 va bene parlare dell'Olocausto a scuola, ma non solo: sono tante le stragi del nostro secolo che, insieme a questa, andrebbero approfondite fra i banchi di scuola. Per oltre 3 su 5 bisognerebbe anche staccare dai libri per entrare nel vivo della storia parlando con i sopravvissuti e vedendo documentari e film. Questi i dati emersi da una ricerca del portale Skuola.net su un campione di circa 1700 studenti.

Quasi tutti gli intervistati sanno perché si celebra il 27 Gennaio. A fare confusione sulla data è solo un 10% che si divide tra chi crede che sia l'anniversario della caduta del Nazismo e chi della fine della Seconda guerra mondiale. Ma il 35% degli studenti interpellati nonostante esprima l'urgenza di ricordare le vittime della Shoah, è convinto ci sia lo stesso bisogno verso tante altre tragedie che hanno calpestato i diritti umani. Questo non significa che la scuola debba smettere di parlare dell'Olocausto. Per 2 studenti su 5 è giustissimo che gli insegnanti continuino a tenere vivo il ricordo della strage, un ricordo che per la metà dei ragazzi, circa il 51%, dovrebbe esserci sempre, a prescindere dal 27 gennaio. Senza contare che in molti hanno confessato il desiderio di chiudere i libri scolastici e parlare dell'argomento attraverso gite e testimonianze per il 37% e film e documentari per il 30%.

Non manca chi chiede proprio una revisione dei programmi scolastici. Il 20% degli studenti vorrebbe studiare Storia dando più spazio agli argomenti del '900 rispetto a quelli dei secoli precedenti. Addirittura c'è anche un piccolo 5% che vorrebbe più spazio per approfondire la storia che si tocca ogni giorno con mano, ma di cui si sa ben poco, quella del 2000. E c'è anche un 15% di chi crede che i primi a ricordare debbano essere proprio gli ebrei. Infatti, quando Skuola.net chiede cosa pensino gli studenti della frase del premier, Matteo Renzi, rispetto agli atti di terrorismo di cui è stata protagonista Parigi "Je suis Charlie Hebdo, ma anche ebreo ed europeo", qualcuno ha pensato di prendere le distanze: per lui gli ebrei stanno commettendo verso i palestinesi quello che loro hanno subito dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. 
   

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