Lo aveva detto in tv, ed oggi Silvio Berlusconi torna a ripeterlo davanti ai suoi senatori: "Sono in campo per vincere, dopo tutto quello che ho fatto non potete pensare che io esca di scena così". Una premessa che la dice lunga sul messaggio che l'ex capo del governo vuole consegnare alle sue truppe, oramai da tempo disorientate di fronte alle prospettive future. E non è un caso che il Cavaliere, consapevole delle divisioni interne, abbia deciso di mettere da parte i temi più stringenti sull'attualità politica( legge elettorale in primis) per incentrare il suo intervento sul partito.
Certo, a fare da convitato di pietra per tutta la riunione, sono stati comunque l'Italicum e le modifiche al patto del Nazareno. Un argomento su cui l'ex capo del governo ha chiesto di rinviare l'approfondimento in una riunione ad hoc: C'è un accordo con Renzi - avrebbe spiegato - le eventuali modifiche vanno discusse insieme. Parole che lasciano intravedere la disponibilità a discutere anche dell'ipotesi del premio alla lista (come vuole il leader Pd) rispetto alla coalizione. Un ragionamento avvalorato poi da una nota diffusa dal gruppo del Senato in cui si smentisce l'indiscrezione circolata al Senato che l'ex premier abbia bollato come "pessima" l'idea di dare il premio alla lista invece che alla coalizione.
La sensazione insomma è che la trattativa tra gli ambasciatori azzurri e quelli del capo del governo sia ancora in corso e, la convinzione di molti azzurri, è che il Cav abbia intenzione di alzare il prezzo sulle riforme per poter ottenere contropartite su altri temi, uno su tutti il capitolo giustizia su cui Forza Italia è particolarmente sensibile. A questo si aggiunge la necessità di tenere insieme le truppe azzurre, smentendo voci di "chiusura" del partito e ribadendo la collocazione di Forza Italia all'opposizione: Fi non va in soffitta - avrebbe spiegato ai suoi - continuerò ad essere io il garante con le mie fidejussioni. Insomma parole che gettano acqua sul fuoco (nonostante non sia passata inosservata l'assenza di alcuni senatori di peso come Nitto Palma) e che servono al Cavaliere a lanciare segnali rassicuranti rispetto alle voci di una "rottamazione". L'invito dunque è a serrare i ranghi preparandosi alla battaglia contro le politiche economiche del governo che "fa proclami di destra, ma poi si rivela un esecutivo di sinistra che alza le tasse".
Pochi però gli spunti sui temi di politica rispetto al tempo dedicato a parlare del partito e della sua ricostruzione. Raccontano infatti che sia nella cena con i big azzurri ieri sera a palazzo Grazioli che oggi con i senatori, Berlusconi abbia sgombrato il campo dai dubbi: Non si andrà a votare prima del 2018, ne ho parlato anche con Renzi, ed anche lui pensa la stessa cosa, ha spiegato ai suoi interlocutori. Domani l'ex premier sarà invece alla Camera a tentare di rassicurare i deputati sulle intenzioni rispetto al partito dove i malumori non mancano. L'ultimo, raccontano in Transatlantico, riguarda l'ipotesi che Berlusconi possa partecipare alla conferenza stampa per la presentazione del dipartimento Diritti Civili guidato da Mara Carfagna. L'idea che l'ex premier (su suggerimento dei fedelissimi del cosiddetto cerchio magico) possa prendere parte a questa iniziativa non piace a molti deputati convinti che così si riapra il filone delle polemiche sui matrimoni gay, argomento che già divide gli azzurri.(