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Consulta, fumata nera per elezione giudici. Napolitano: rattrista stallo Parlamento. Caramazza ritira candidatura

Nssun candidato ha raggiunto il quorum richiesto. Servirà una nuova votazione, la diciottesima

Ignazio Francesco Caramazza rinuncia. "Sento di dover rinunciare alla mia candidatura a giudice costituzionale - dichiara all'ANSA - per evitare ulteriori coinvolgimenti del mio nome in manovre che considero non in linea con il corretto funzionamento delle Istituzioni".

Fumata nera per l'elezione di due giudici costituzionali da parte del Parlamento in seduta comune. Secondo quanto apprende l'ANSA da fonti parlamentari, nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell'Assemblea, pari a 570 voti. Servirà una nuova votazione, la diciottesima.

"Rattrista e preoccupa che il Parlamento si autoprivi di una facoltà attribuitagli dalla Costituzione". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo la diciassettesima fumata nera delle Camere per l'elezione di due giudici della Consulta. 

"La frammentazione e la conflittualità che segnano gli schieramenti parlamentari hanno ancor una volta impedito il raggiungimento delle convergenze necessarie per la elezione dei due giudici costituzionali cui le Camere avrebbero dovuto provvedere fin dal 12 giugno scorso": così Napolitano.

Luciano Violante ha incassato 506 voti per la Corte costituzionale. Ignazio Caramazza ne ha ricevuti 422. Settantanove i consensi arrivati a Donato Bruno; altri 18 voti sono andati a Lorenza Carlassare. È quanto apprende l'ANSA.

Il presidente dei deputati di Fi, Renato Brunetta, ha chiesto la verifica dei titoli di Luciano Violante per andare alla Consulta durante la riunione dei capigruppo a Montecitorio. E' quanto si apprende da fonti parlamentari. "Io non è che ce l'avessi proprio in particolare con Violante - aggiunge - volevo dire che c'è un problema di carattere generale sul fatto che non esiste un momento di verifica preventiva delle candidature prima del voto. I padri costituenti - spiega Brunetta al termine della Conferenza dei capigruppo - non so perché ma non lo avevano previsto". "E invece, a mio avviso, è questo un tema sul quale si dovrebbe riflettere. Quello che è successo con Teresa Bene, ad esempio, è una dimostrazione di quello che sto dicendo. Se ci fosse stato un momento di verifica preventiva seria dei suoi titoli forse non sarebbe successo quello che è successo". Ora ad esempio - sottolinea il capogruppo di Fi alla Camera - noi martedì andremo a votare per il nuovo componente del Csm. E se noi lo eleggessimo e la Bene poi vincesse il ricorso che dice di aver presentato, cosa succederebbe?". Per questo io ho chiesto che su tutti i candidati, sia per la Consulta sia per il Csm, si procedesse ad una verifica direttiva dei titoli".

E Zanda replica: "I requisiti di Violante per l'elezione a giudice della Corte Costituzionale ci sono, sono pieni e ben verificati". Così, a quanto si apprende, avrebbe risposto il capogruppo del Pd in Senato a Renato Brunetta che aveva chiesto di verificare i titoli di Violante per l'elezione a giudice della Consulta.

Csm, Bene: Camere sospendano elezione per sostituirmi
Laica Pd dichiarata ineleggibile presenta atto a Parlamento
Sospendere la convocazione della seduta comune di Camera e Senato per eleggere un nuovo membro laico del Csm, in sostituzione di Teresa Bene, la laica indicata dal Parlamento ma dichiarata ineleggibile dal Csm. E intanto farsi dare dagli uffici competenti un "documentato parere" sulla vicenda. Lo chiede la stessa Bene con un atto al Parlamento. L'istanza presentata da Bene, con l'assistenza dei suoi legali, si chiama tecnicamente "atto di significazione". In esso si ricostruisce la vicenda e su questa base si chiede alle Camere, prima di procedere alla nuova elezione di un membro laico del Csm, di farsi dare dai propri uffici competenti un "documentato parere" sulla decisione di Palazzo dei marescialli. L'obiettivo, spiega la stessa Bene, "e' evitare un vulnus alle prerogative del Parlamento".

Teresa Bene scrive una lettera di 19 pagine alla presidente della Camera Boldrini per chiedere che le Camere non votino un altro candidato in attesa che si decida sul suo ricorso. Secondo la prof.dovrebbe essere il Parlamento a valutare i suoi titoli.

Il Parlamento deve procedere all'elezione del componente laico del Csm e non sta certo alle Camere decidere sull'idoneità dei titoli dei candidati. E' questa, in estrema sintesi, la risposta che danno i presidenti della Camera Boldrini e del Senato, Grasso, alla richiesta della prof. Teresa Bene di sospendere il voto sul Csm.

Il Parlamento in seduta comune tornerà a riunirsi martedì prossimo alle 11 per eleggere il componente togato che dovrebbe prendere il posto di Teresa Bene. Lo ha reso noto il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, al termine della conferenza della Capigruppo congiunta che si è conclusa a Montecitorio. La decisione, spiega la presidente dei senatori di Sel, Loredana De Petris, "è stata presa a maggioranza perché le opposizioni erano contrarie. Volevamo che si votasse ad oltranza fino al raggiungimento di un'intesa.

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